Page 131 - merged
P. 131

139

cultura, non riuscirono a concordare un'azione comune.
Guacanagarf, che controllava la zona nordoccidentale del-
l'isola, rimase fedele al suo patto non scritto con Colombo,
mentre i cacicchi di Xaragua e di Higiiey, all'altra estremità
dell'isola, si illudevano di poter rimanere neutrali. Guati-
guanà riuscì a ogni modo a raccogliere un esercito impo-
nente alla Vega Real, con l'intenzione di marciare su Isabe-
la. Gli spagnoli non aspettarono però di essere circondati e
sopraffatti, e organizzarono un'offensiva: l'ammiraglio,
Bartolomeo e Hojeda partirono verso il Puerto de los Hidal-
gos con venti cavalli, venti cani da caccia e duecento fanti,
una metà dei quali armati con archibugi. Il fuoco di questi
moschetti primitivi allarmava i taino più che ferirli, ma
quando Hojeda caricò alla testa dei suoi cavalieri, lancian-
dosi tra la confusa massa di indiani e sguinzagliando con-
temporaneamente i feroci cani, la rotta divenne completa.
Questo scontro, avvenuto nel marzo 1495, fu la prima bat-
taglia campale fra gli europei e gli indiani d'America.

   Hojeda approfittò della vittoria per catturare Caonab6, il
più temibile fra i cacicchi indigeni, responsabile dello ster-
minio del presidio di Navidad. Il capo indiano venne con-
vocato a Isabela con la scusa di una visita « diplomatica»;
durante il tragitto Hojeda, incaricato di accompagnarvelo,
lo persuase a farsi mettere manette e ceppi facendogli cre-
dere che in Spagna erano considerati ornamenti di lusso.
Quindi il povero indiano venne preso e gettato nella prigio-
ne di Isabela, dove egli si dimenava e digrignava i denti
«come un leone ». Subito dopo Hojeda si preoccupò di sot-
tomettere il cognato di Caonabó, cacicco di Xaragua, che
sembrava stesse organizzando un 'azione contro gli spagnoli
per vendicare il congiunto.

   Isabela, creata in origine come testa di ponte, venne este-
sa fino a includere l'intera isola. L'ammiraglio stesso ca-
peggiò una marcia trionfale attraverso Hispaniola, ed entro
il 1496 l'isola era completamente sottomessa tanto che uno
spagnolo poteva recarsi ovunque senza pericolo e spadro-
neggiare sul cibo, sulle donne e sull'oro degli indigeni.
   126   127   128   129   130   131   132   133   134   135   136