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gliare asserendo che doveva trattarsi d'una specie di mappa « rottiera »,
Difatti, nessuno prima di Colombo aveva traversato l'Oceano e nessuno
aveva potuto rilevare le terre che in esso erano contenute ed il loro esatto
luogo di giacitura, dimodochè, sotto questo riguardo, non poteva essere
altro che una Carta congetturale, mentre per la pretesa esattezza della
lunghezza dei gradi e dei 26 spazi interposti fra le due sponde poteva
adempiere l'ufficio di Carta rottiera. Certo - ripetiamo - che mancava
del requisito essenziale delle Carte nautiche, che è appunto quello di con-
densare tutta l'esperienza fatta da coloro che hanno precedentemente na-
vigato i paraggi in esse raffigurati.

     Esistono, inoltre, sufficienti indizi per concludere che la Carta di
Colombo era ben diversa dalla Carta del Toscanelli, pur restando sempre
nel campo delle Carte congetturali, per quanto riguardava il riporto delle
terre, e nonostante che il Nostro abbia potuto profittare, per la mappa di-
segnata secondo i propri concetti, del medesimo tipo di canovaccio trac-
ciato dal cosmografo fiorentino.

     La Carta navigatoria del Toscanelli abbracciava il tratto di mare inter-
posto fra i lidi e le isole portoghesi (Azorre), dalle quali ultime il viaggio
doveva incominciare e i luoghi ai quali, procedendo sempre in linea retta
per Occidente, si doveva pervenire. Quindi il parallelo medio o centrale
della Carta era quello passante per Lisbona-Azorre, sul quale il grado era
stato calcolato della lunghezza di 50 miglia appena (v. n. 6). Per l'esten-
sione longitudinale, poi, bisogna ricordare che tutto lo spazio marino
compreso fra Lisbona e la nobilissima e grandissima città di Quinsay, e
sul quale si doveva svolgere l'intero tragitto, era suddiviso in 26 spazi
comprendenti 5° ciascuno, pari a 250 miglia (in totale 6.500 miglia).

     Da ciò si deduce che doveva trattarsi d'una Carta dai margini gra-
duati, al pari di quelle usate nei nostri giorni, e non di una Carta alla
bussola, tipo allora di generale uso nel Mediterraneo. Circa la proiezione,
nulla si può dire di preciso, ed è probabile che si sia trattato della proie-
zione cilindrica equivalente, usata nelle Carte piane ideate da Marino
di Tiro e adottate per le esigenze della navigazione da Don Enrico il
Navigatore.

     Gli appunti colombiani tracciati in fine all'Historia rerum di Papa
Pio II riportano che sulla Carta del Toscanelli erano, inoltre, disegnati
diversi luoghi ai quali si poteva pervenire, sia che i venti od altro caso
qualunque rendessero necessario un rifugio, sia che si volesse provare agli
abitatori di quelle regioni di avere alcuna notizia di essi, il che doveva
riuscire loro molto gradito.

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