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Numerosi scrittori di Storia colombiana e della Scoperta affermano
- si intende, senz'alcun fondamento, nè storico e nè logico - che era la
Carta del Toscanelli e, anzi, qualcuno fra i moderni annunciò nel I94I
d'aver fatto una mirabolante scoperta: il ritrovamento della Carta del
Toscanelli, che servì di guida a Colombo per il viaggio verso il Nuovo
Mondo! Se non che, è quasi ovvio dirlo, si trattava di un doppio granchio!

    In primo luogo, perchè il cimelio cartografico indicato dal maldestro
ritrovatore non era affatto nè l'originale e neppure una copia della Carta
del Toscanelli, bensì un noto Planisfero disegnato nel I447 (o I457) da
un anonimo genovese e oggi conservato a Firenze; e, in secondo luogo,
perchè, dato e non concesso, che fosse stata la Carta del Toscanelli, non
sarebbe stata affatto la mappa che servì di guida a Colombo nel suo viaggio
di scoperta.

    Ma, su quest'argomento, è bene procedere con ordine e rifare qualche
passo indietro nel tempo.

    Premettiamo che, i documenti originali inviati dal Toscanelli alla Corte
portoghese nel I474, non sono stati fino ad oggi rinvenuti e, forse, non
lo sarannò mai, perchè, secondo un'ipotesi ben congegnata e verosimile
formulata da un appassionato studioso francese, Norbert Sumien, sareb-
bero stati distrutti da re Giovanni II, a scoperta avvenuta, affinchè non
passassero alla posterità, come testimoni dello scacco subito e perpetuo
biasimo della sua memoria per la fortunata occasione che s'era lasciata
sfuggire.

    Altri illustri geografi e cultori di Storia della Scoperta, come ad esem-
pio Hermann Wagner e Konrad Kretschmer, non interpretando in modo
esatto le indicazioni trascritte da Colombo sulla pagina bianca alla fine
della Historia rerum, si provarono a ricostruire la Carta che il Toscanelli
inviò al Martins, ma c'è molto da dubitare circa il raggiunto grado di
approssimazione alla verità.

    È probabile che, a ricostruirla, si sia provato lo stesso Colombo, il
quale, oltre a prendere gli appunti, di cui già sappiamo, aveva potuto ve-
derne l'originale e formarsi un concetto abbastanza esatto del principio
su cui si basava la sua costruzione. Ma dubitiamo che ne abbia fatto una
copia fedele, anche se nel periodo preparatorio della spedizione e nei col-
loqui nei quali cercava di convincere i Pinz6n a partecipare all'impresa,
abbia potuto far credere, per accrescerne il valore, che quella da lui mo-
strata era la Carta avuta direttamente dal Toscanelli.

    Siamo, però, matematicamente certi - perchè è il Giornale di bordo
di questo viaggio che ce lo fa sapere - che una Carta navigatoria veniva
consultata, sia dall' Ammiraglio, sia dal Pinzén, ma non riteniamo di sba-
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