Page 71 - SCIENZA IN CITTA'
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Franco Rasetti, Enrico Fermi ed Emilio Seqrè
all'università, con toga e tocco.
Enrico Persico, Emilio Seçrè ed Enrico Fermi
fotografatii nel 1927 durante una vacanza su una
spiaggia della Versilia.
78 nimi, nel corso dei quali il contributo italia-
no all'avanzamento della fisica è stato quasi
nullo, cadono nei periodi successivi alla
scomparsa di questi due grandi luminari.
Non che siano mancati, osserva Segrè, dei
fisici importanti, ma il fatto è che essi resta-
rono dei casi isolati e non diedero vita alla
formazione di centri di fisica e solide scuole,
come invece avvenne in altri Paesi nordeu-
ropei.
Ragioni storiche e culturali, secondo socio-
logi e storici, avrebbero contribuito a que-
sta strana situazione della fisica italiana
precedente all'era di Fermi: lo stato di ar-
retratezza industriale, che aveva inevitabi-
li riflessi negativi sulla ricerca scientifica;
le vicende risorgimentali, che avrebbero
assorbito nel corso del XIX secolo tutti gli
sforzi delle giovani generazioni: più tardi,
l'egemonia della cultura idealistica, anti-
scientifica per eccellenza.
Qualunque sia la spiegazione accettata, è
un fatto che, sul nascere degli anni Venti,
scomparso Augusto Righi (1850-1921), con-
siderato il massimo fisico sperimentale ita-
liano dell'Ottocento e comunque un tipico
"caso isolato", non c'era più in Italia un ve-
ro protagonista in questo settore, né tanto-
meno una scuola, né una effettiva attività
di ricerca. Qualcuno potrebbe obiettare ci-
tando Guglielmo Marconi, ma come è stato
notato questo scienziato, che pure ebbe il
Nobel per la Fisica, appartiene più alla sto-
ria dell'ingegneria e delle invenzioni che a
quella della fisica.
"La situazione della ricerca in fisica si ri-
fletteva e incupiva nell'insegnamento. - ha
scritto Segrè - Non credo di errare dicendo
che quanti e relatività erano ignorati in tut-
ti i corsi universitari di fisica anteriori al
1927."
Di relatività, tuttavia, si occupavano i ma-
tematici italiani dell'epoca (quelli già citati
all'inizio) i quali, all'opposto dei fisici, van-
tavano ben più solide tradizioni.
Fu in questa situazione, in questo vero e
proprio "deserto culturale", che un uomo
come Orso Mario Corbino, il quale possede-