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vano indicato che l'isola di Matinino (la Martinica), la pre-     te
sunta Isola delle Donne, era la più vicina alla Spagna, e che     li
Charis (la Dominica) non era lontana dalla sua costa setten-      d
trionale. Dunque, la rotta ovest per sud era proprio quella       o
corretta per andare da Gomera alla Martinica. Come avrà           Q
fatto Colombo a calcolarla? Come vedremo più avanti, egli         d
raggiunse la seconda isola, la cui rotta era ovest e mezza        s
quarta sud; tuttavia questo probabilmente avvenne perché la       o
bussola dell 'ammiraglia era stata compensata per mezza           c
quarta di variazione est.                                         v
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   La traversata oceanica fu priva di eventi di rilievo, se si    c
esclude una burrasca che il 26 ottobre, alla vigilia del gior-    d
no di san Simone, spaccò numerose vele e accese quei              m
chiarori spettrali che i marinai chiamano «fuochi di              a
sant'Elmo» sulla sommità degli alberi e dei pennoni. Per          la
tutto il resto del viaggio le navi godettero di un vento favo-    d
revole e percorsero le 2600 miglia marine tra Ferro e la Do-      g
minica in ventuno o venti due giorni, con un 'andatura me-        n
dia di cinque nodi.                                               r
                                                                  n
   Questo viaggio di andata dovette essere quasi un sogno di
perfetta vita marinara. Navigare portati dagli alisei a bordo
di una nave attrezzata con vele quadre è per un uomo di mare
il paradiso: niente cambiamenti bruschi di vento o di condi-
zioni atmosferiche; cullati dalla quieta navigazione, si può
sprofondare nella contemplazione del gioco costante delle
luci colorate sulle rigonfie vele quadre - argentate dal rifles-
so lunare, nere sotto la volta stellata, dorate al tramonto,
bianche come nuvole a mezzogiorno -, dello sfarzoso azzur-
ro cupo del mare spruzzato di bianco, dell'affascinante vi-
sione di nuove stelle che spuntano, del lampo argentato dei
branchi di pesci volanti, del verde dorato dei delfini guiz-
zanti. Inoltre, in questo secondo viaggio, c'erano diciassette
navi a formare il corteo, e affacciandosi dalla poppa della
nave ammiraglia si poteva scorgere l'intera linea dell'oriz-
zonte punteggiata di vele bianche. Ogni giorno i vascelli più
veloci si spingevano avanti, facendo a gara tra loro, ma ver-
so il tramonto, all'ora di intonare il Salve Regina corale,
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