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Ma anche riducendo entro i giusti valori questa sovrasti-
ma, la velocità del vascello di Colombo era sorprendente.
L4e8navi dell 'epoca facevano in genere da 3 a 5 nodi con un
vento leggero, fino a 9 e 1/2 con un vento sostenuto, e tal-
volta erano in grado di toccare anche i 12 nodi. Nell 'ottobre
del 1492, nella traversata di andata, la flotta di Colombo
tenne una media di 142 miglia al giorno per cinque giorni
consecutivi, e un giorno riuscì a fare 182 miglia, con una
media di 8 nodi. Nella traversata di ritorno, nel febbraio del
1493, la Niña e la Pinta coprirono 198 miglia in un solo
giorno, e a volte arrivarono fino a Il nodi. Ogni velista dei
nostri tempi potrebbe essere orgoglioso di raggiungere i pri-
mati che il grande ammiraglio colse in alcune delle sue tra-
versate atlantiche nel quindicesimo secolo. I miglioramenti
che dall 'epoca di Colombo in poi furono realizzati sugli
scafi a vela riguardano in effetti più la comodità e la tenuta
in mare che la velocità vera e propria.
Una delle ragioni per le quali Colombo desiderava sem-
pre navigare con due o più vascelli era quella di avere chi
raccogliesse i superstiti in caso di naufragio. Tuttavia egli
stabilì un insolito primato per quell 'epoca, non perdendo
mai nemmeno una nave in un naufragio: la Santa Maria co-
stituisce un caso a parte, dal momento che si è arenata sen-
za perdita di vite umane. Comodità e servizi igienici erano
quasi del tutto assenti. Si cucinava in coperta, sopra uno
strato di sabbia, su un fornello a legna protetto dal vento da
una cappa. La dieta, monotona, era costituita da carne sala-
ta, gallette e piselli secchi. Da bere avevano vino e l'acqua
delle botti, che però spesso si guastava. Solo il capitano ge-
nerale e i comandanti delle singole navi avevano cabine con
cuccette; gli altri dormivano vestiti e dove capitava.
A quei giorni i marinai erano religiosissimi. Su ogni va-
scello un mozzo aveva il compito di intonare all'alba un
canto, che iniziava con:
Benedetta sia la luce del giorno
e la Santa Croce, noi diciamo;