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altre parole, non è improbabile che in tale periodo gli sia balenato il
primo germe della sua grande idea, l'idea prima, cioè, la quale, iniziando
il movimento delle altre, avanti di allora non considerate, ma ora fecon-
date dalla intensa attività analizzatrice e selettiva del Genovese, schiude-
vagli un campo spazioso, in cui veniva via via concretandosi in progetto
orgamco.

    Certo che la sua mente, incline all'osservazione e adusata alle con-
clusioni di buon senso, che tanto distinguono la Stirpe cui apparteneva,
dovette rimanere impressionata dal fatto che, da circa un secolo, i Porto-
ghesi, per il loro obbiettivo di raggiungere l'India, ossia un paese orien-
tale, seguitassero a percorrere la via dell' Austro lungo il litorale dell' Africa
col proposito di girarla, ma senza avere un'idea, neppure approssimata,
se e di quanto tale Continente si prolungasse verso Sud.

    A questo punto della sua rilevazione, dovette, forse, giudicare che con-
siderava argomenti più grandi di lui e che, pertanto, la sua cultura cosmo-
grafica era insufficiente per l'approfondimento della questione e che sa-
rebbe stato opportuno accrescerla, specie per quanto riguardava le questioni
di morfologia terrestre e le estensioni, effettive o probabili, dei mari e
delle terre emerse, secondo le più accreditate opinioni degli antichi e dei
contemporanei.

   _ Orbene, -le esigenze del mestiere marino non gli consentivano di se-
guire appositi corsi regolari presso scuole o presso maestri ed esperti della
materia, per cui dovette ricorrere al comodo sistema dell'autodidattismo.
Si procurò dei Manuali di facile lettura, dai quali potè acquistare cogni-
zioni teoriche, magari di seconda e di terza mano, ma, comunque, utilis-
sime per lui. È superfluo rilevare che le opere magne e i trattati aurei,
usati negli studi universitari, non erano per lui di facile accessibilità. Il
latino c- ripetiamo - lo intendeva con fatica, anzi, la lingua del tempo
di Cicerone non l'intendeva affatto, e solo le forme, tutt'altro che ricer-
cate e pure, comunemente usate nel Basso Medio Evo ed apprese, dap-
principio, attraverso le lunghe leggende ed avvertenze che popolavano
gli spazi bianchi di tutte le Carte nautiche e dei Mappamondi, si rende-
vano maggiormente accessibili alla sua comprensione.

    25. La preparazione teorica di Colombo e i suoi libri di studio. - Nella
Penisola Iberica, sia a Lisbona come a Siviglia, non mancavano librai che
potessero fornire le opere a stampa - ricordarsi che la stampa era di
fresca invenzione - più in voga nell'epoca, opere che, scritte nella uni-
versale lingua di allora - il latino della decadenza c- erano dedicate
a lettori di poche esigenze e venivano pubblicate nei centri editoriali più
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