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Fot. Larousse

L'Africa occidentale, in un portolano portoghese del secolo XVI.

disorientato critico straniero. Stando alle rispettive date di pubblicazione
dei volumi e al contenuto delle postille annotatevi, si può avere una elo-
quente testimonianza del sensibile e progressivo incremento delle cogni-
zioni acquistate da Colombo intorno alla forma e alle dimensioni del
nostro pianeta, al valore del grado, al rapporto fra le acque e le terre
emerse e alla loro distribuzione sulla superficie del globo, alla possibilità
di viaggi oceanici fra gli estremi lembi della terra abitabile nota e via
dicendo.

    In altre parole, ci verrebbe in buona parte rivelato il processo evolutivo
subìto dall'idea genialissima balenatagli nel cervello, forse, per reazione
a quell' ostinato programma seguito per decenni e decenni dai Portoghesi
e che, fino a quel momento, non aveva portato ad alcun risultato positivo,
per il fatto che, pur avendosi la quasi certezza della forma peninsulare
del Continente africano, l'incognita del suo prolungamento verso l'Austro
non accennava alcun indizio di prossima soluzione.

    Difatti, pur la spedizione più recente, quella di Diogo Cào compiuta
negli anni 1482-83, s'era spinta fino a Capo Santa Maria sul 13° parallelo
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