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Sono, invece, riferimenti di probabile realtà: le grossissime canne rin-
venute, perchè spintevi dal mare, lungo i litorali delle isole Azorre e che
re Giovanni II avrebbe mostrato a Colombo; il pezzo di legno fìnemente
lavorato e le grosse canne, le quali da un nodo all'altro potevano contenere
9 caraffe di vino, che Pedro Correa narrava di essere state rinvenute sul
mare di Porto Santo; l'altro pezzo di legno, fìnemente scolpito, ma non
con ferro, che l'ufficiale Martin Vicente della Marina portoghese riferiva
d'aver trovato a 450 leghe a Ponente di Capo S. Vincenzo; i tronchi di
pino di specie sconosciuta gettati dal mare sulle sponde delle isole Graciosa
e Fayal (Azorre); la barca spinta dai venti occidentali sulla spiaggia di
Flores (Azorre) e contenente due cadaveri d'uomini le cui caratteristiche
erano diverse dalle nostre; le piccole imbarcazioni con capanna (almadie)
gettate dal mare contro il Capo della Verga (Guinea).
Probabilmente, il gioco delle correnti oceaniche - principalmente la
corrente equatoriale, il Gulf Stream e le sue ramifìcazioni - allora del tutto
ignorato, avrà potuto produrre questi fatti così tanto permeati di mistero
per la gente d'allora, specie nei riguardi della provenienza degli oggetti
ritrovati.
Un contributo veramente efficace che Colombo trovò in Portogallo,
appunto perchè determinò un vigoroso impulso, acciocchè il Genovese
con più animo imprendesse il progettato viaggio, fu la conoscenza del
progetto del cosmografo fìorentino Paolo dal Pozzo Toscanelli. Epperò,
sebbene appreso in Portogallo, questo contributo non fu un apporto della
scienza o della genialità portoghese, ma fu ancora un provvidenziale con-
tributo della cultura scientifìca e della genialità della Nostra Stirpe.
Siccome, poi, è molto più probabile che Colombo abbia conosciuto
l’esistenza del progetto toscanelliano in occasione di un suo breve ritorno
dalla Spagna a Lisbona nel dicembre 1488, anzichè nel periodo di cui ci
tiamo occupando, ne tratteremo a suo tempo.
27. Presentazione del progettto al re Giovanni II di Portogallo. - È
fama che il fìglio di re Alfonso V, salito al trono del Portogallo nel 1481,
col titolo di re Giovanni II, seguisse le orme del proprio antenato Don
Enrico il Navigatore, nell'accordare la propria protezione a navigatori e
piloti che chiedevano l'autorizzazione per andare alla scoperta di terre
e che fosse anche largo nel concedere loro investiture di possesso di tali
terre, prima ancora che esse venissero scoperte.
In realtà, re Giovanni II fu molto moderato nelle sue concessioni,
perchè le autorizzazioni non venivano accordate a chiunque le richiedesse,
ma soltanto a coloro che mostravano uniformarsi al programma nazionale,