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noti d'Europa: Antuerpiae (Anversa), Parisiis (Parigi), Lugduni (Lione),
Argentorati (Strasburgo), Basileae (Basilea), Venetiis (Venezia), ecc.

    Per lo più si trattava di narrazioni di viaggi compiuti da autentici
viaggiatori famosi, come il nostro Polo, o da falsi viaggiatori, come Gio-
vanni da Mandevilla, il quale, pur non avendo viaggiato, s'era egual-
mente acquistato larga rinomanza, perchè i suoi viaggi erano da tutti rite-
nuti autentici e veri. E si trattava, inoltre, di quelle specie di enciclopedie
abbastanza diffuse e chiamate Summe, nelle quali si faceva largo posto
alle nozioni cosmografiche e a quelle geografiche, specialmente dell' Asia
e dei popoli asiatici, la cui conoscenza s'era di molto arricchita per le de-
scrizioni di Giovanni da Pian del Càrpine, di Marco Polo, di Odorico da
Pordenone, di Ruy Gonzales de Clavijo e di Nicolò de' Conti.

    Per i suoi studi, i libri prescelti da Colombo e religiosamente raccolti
dal figlio Don Fernando - ed ora custoditi nella Biblioteca Colombina
di Siviglia - furono i seguenti:

        a) il volume De Sphaera mundi dell'inglese [ohn di Holywood
(Giovanni Sacrobosco), trattato elementare di astronomia in Libri quattro,
stampato a Ferrara nel 1472, a cura di Giacomo Lefèvre d'Etalpes di Pi-
cardia (Faber Stapulensis), rinomato maestro di Renata di Francia, du-
chessa di Ferrara;

        b) la Historia rerum ubique gestarum locorumque descriptio di
Enea Silvio Piccolomini (Papa Pio II), una specie di enciclopedia storico-
geografica, stampata a Venezia nel 1477;

       c) la Imago mundi, trattato di geografia scritto in latino tra il 1396
e il 1410 dal cardinale Pierre d'Ailly, vescovo di Cambrai, e stampato a
Lovanio intorno al 1480;

       e) una traduzione latina, eseguita dal frate bolognese Francesco Pi-
pino e stampata verosimilmente intorno al 1485, forse da Gerardo Leu,
ad Anversa (Antuerpiae) de Il Milione, in cui si raccontano le maraviglie
del mondo di messer Marco Polo.

     A queste prime cinque opere si aggiunsero, un po' più tardi, quando
Colombo era già passato in Spagna:

       f) una traduzione italiana, eseguita da Cristoforo Landino, delle
Naturalis Historiae, Libri XXXVII del celebre Caio Plinio Secondo (Plinio
il Vecchio), stampata a Venezia nel 1489;

       g) una traduzione in lingua castigliana, eseguita dal cronachista
Alonzo de Palencia, ed uscita a Siviglia verso l'anno 1491, de Le vite
parallele dei Greci e dei Romani di Plutarco di Cheronea.

    Tutti questi libri furono studiati e postillati in margine di pugno di
Colombo, checchè si sia detto su questo proposito da qualche dotto, ma

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