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minore dello stesso Ammiraglio, e nella traduzione italiana eseguita da
Alfonso Ulloa, spagnolo stabilito si fin dal 1546 nella Città della Laguna -
e la Historia de las Indias, del domenicano Don Bartholomé de Las
Casas, poi vescovo di Chiapas (Messico), amico ed ammiratore dell'Am-
miraglio, lavoro rimasto per vari secoli manoscritto e pubblicato alfine
a Madrid nel 1875-76 nella Collezione dei documenti inediti della Storia
spagnola.
Ma, purtroppo, l'opera attribuita a Don Fernando Colombo - la quale
dovrebbe costituire la fonte più autorevole e sicura delle informazioni re-
lative alla persona e alla vita del Grande Navigatore - è molto discussa
e non si nasconde che la questione sorta circa l'autenticità e la veridicità
di quanto sta in essa scritto non è peranco risolta. Cosicchè, oggi, il mondo
dei critici di storia colombiana e della Scoperta, è diviso in due grandi
campi: nell'uno, si giura sull'autenticità dell'opera e sulla scrupolosa sin-
cerità dell'autore; nell'altro, s'impugnano a fondo tali asserti e, quel che
più conta, con ragioni di molto peso.
Certo che, se quest'opera - indicata dagli storici col titolo abbreviato
di Le historie - ha potuto sollevare gli accennati sospetti e i conseguenti
dissensi, ciò è derivato dal fatto che contiene inesattezze, contraddizioni,
incongruenze, e non esclude neppure qualche plagio, cose tutte che non
Cristoforo Colombo.
Ritratto del secolo XVI (Como, Museo Giovio).
Fot. Direz. Belle Arti,
Comune di Genova
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