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Cristoforo s'intendeva di viaggi marini e di affari commerciali e, se
non lo sapeva in precedenza di tempo, avrà avuto agio di apprenderlo
in loco, chè il Paese in cui il Destino s'era scapricciato di gettarlo, era in
quel tempo interamente proteso verso l'esplorazione marittima a scopo
commerciale, sia pure adombrata sotto il pretesto di diffondere la religione
di Cristo fra le popolazioni pagane dei luoghi scoperti, o di contrastare
1'espansione della fede islamica.

    Il giovane era, dunque, capitato in un ambiente saturo di operose
iniziative e di fervide e audaci speranze. Dall'estuario del Tago partivano,
o vi facevano ritorno, navi che trafficavano con le isole atlantiche di re-
cente ricognizione, o navi che venivano armate per ulteriori spedizioni di
scoperta in Atlantico e, perciò, quel Paese veniva a costituire, per chi
avesse avuto tendenze analoghe a quelle del nostro giovane, l'ambiente
più desiderabile per mettervi a profitto le proprie attitudini e le naturali
disposizioni, quali, appunto, quelle anzidette per la navigazione e le spe-
culazioni commerciali.

    Tale prospettiva dovette predisporre l'animo del giovane ligure a fare
buon viso a cattiva sorte e non può essere giudicata strana la decisione
di rimandare ad altra epoca il definitivo rimpatrio o la possibilità di con-
tinuare il traffico con le Fiandre per conto di Case commerciali della
sua patria.

    Insomma, il giovane naufrago provava a rimanere per il momento
in Portogallo, in attesa di occasioni favorevoli, che gli permettessero di
tentare la sorte, diversamente di come aveva dovuto fare fino a quel mo-
mento e, possibilmente, di afferrare la fortuna.

    In passato, altri suoi connazionali, trasferitisi in Portogallo, avevano
ricevuto incarichi di somma importanza e d'impegno.

    Nel 1317, Emanuele Pessagno di Lavagna, aveva avuto conferito dal
re Dionigi di Borgogna l'incarico di organizzare la Marina portoghese e
il titolo di Ammiraglio Maggiore, per sè ed i suoi eredi, titolo e carica
che si perpetuarono di padre in figlio nei Pessagno per ben 130 anni.
Nel 1341, Nicoloso da Recco aveva condotto, in società col toscano An-
giolino del Tegghia de' Corbizzi, e per conto del re Alfonso IV, una spe-
dizione alla ricerca delle Canarie. Nel 1455 e anni immediatamente suc-
cessivi - siamo, dunque, ai tempi dell'Infante Don Enrico il Navigatore -
Antoniotto Usodimare aveva ottenuto il comando di spedizioni atlantiche,
che condusse, sia da solo, sia in compagnia del veneto Alvise da Cà
da Mosto, lungo la' costa d'Africa e, così pure, Antonio da Noli negli
anni 1457-58.
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