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udienza, e gli comunicava di aver disposto il pagamento della somma di
2000 duca ti d'oro, affinchè lui e i fratelli potessero provvedersi d'abiti con-
facenti alla loro dignità, dato lo stato di quasi assoluta indigenza in cui il
Bobadilla li aveva ridotti con le ingiuste spoliazioni operate in loro danno.
91. I Sovrani confermano ancora la loro fiducia all'Ammiraglio, ma
la sua stella volge, ormai, al tramonto! ,.- Il 17 dicembre del 1500, l'Am-
miraglio e i suoi fratelli si presentarono alla solenne udienza reale di Gra-
nata, dove furono ricevuti con grande pompa e con tutti gli onori dovuti
alloro rispettivo grado. L'accoglienza non fu semplicemente benevola, ma
cordiale e calorosa. Non, quindi, una fredda e ristucca cerimonia di Corte
e, senza dubbio, era doveroso, di fronte alla pubblica opinione, rendere ai
Colombo tale attestazione di stima dei Sovrani, anche se re Fernando,
come sempre, simulasse i sentimenti covati nell'intimo del suo cuore.
Nei giorni successivi ebbe luogo l'udienza particolare della Regina.
Vuol si che Colombo, cadendo in ginocchio davanti alla Sovrana, scoppiasse
in pianto dirotto e che al di lui pianto facesse augusto riscontro quello di
Isabella, senza che i due potessero per alcun tempo profferire parola! Era,
insomma, un muto colloquio, in cui le parole erano sostituite da lacrime
calde ed eloquenti, che rigavano il volto d'entrambi i personaggi della
patetica scena - la regina Isabella e il suo devoto Ammiraglio - vittima
inconsapevole l'una, ed espiatoria l'altro, degli intrighi del Fonseca!
Seduta stante, Colombo ebbe ulteriori soddisfazioni al suo ferito amor
proprio. La maggiore fu, certamente, quella di vedere distrutto sotto i
propri occhi, affinchè non se ne parlasse mai più, il voluminoso incarto
del processo che lo riguardava. La seconda, neppure essa trascurabile, fu
la manifestata intenzione reale di revocare il mandato governatoriale affi-
dato al Bobadilla e di richiamarlo, conseguentemente, in patria.
I Reali avrebbero provveduto alla nomina di un Governatore interinale,
per il momento. Era bene che l'Ammiraglio, dopo le dure emozioni pro-
vate, si riposasse alquanto e si rimettesse in buona salute, dati i disturbi
che lo tormentavano. Frattanto, si lasciava tempo al tempo, si lasciava,
cioè, scorrere dell' acqua, molta acqua, sotto i ponti, affinchè s'acquetasse
il fermento, che l'acceso spirito dei coloni aveva suscitato nel nascente do-
minio d'Oltremare. In appresso, se ne riparlerebbe!
Alle sincere e rincuoranti parole della Regina, il Re, apparentemente,
annuiva, ma nell'animo suo dissentiva, tanto è vero che, subito dopo,
chiese al suo fedele servitore Don Fonseca quale altra persona fidata
avrebbe potuto nominare per farla succedere al Bobadilla nel governo
della colonia. Ed il Fonseca propose subito il suo uomo: Don Nicolas de
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