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ogni cosa che le ricordasse il proprio figliuolo era per lei sommamente
cara - non indugiava a dare il proprio assenso alla nomina del trentenne
Ovando dei Frati Minori, a Governatore delle Indie.
Colombo non poteva non prestar fede alle parole della sua Sovrana e
protettrice e costei era, in effetti, sincera, ma nè l'una nè l'altro sospet-
tava quello che il prossimo futuro avrebbe riserbato in contrasto coi loro
sentimenti.
Il Fonseca, anche dopo la destituzione del Bobadilla, poteva conside-
rarsi vittorioso nel suo intenzionale duello con l'Ammiraglio. Egli aveva
conservato tutto il vantaggio conseguito dai suoi intrighi, era ancora il pa-
drone della situazione, perchè, in fondo, era riuscito già a privare Co-
lombo del governo della colonia e a farlo affidare ancora a persona a lui
devota.
Il Re era, del pari, soddisfatto di questa vittoria e, ora, si proponeva
di ottenerne un'altra, quella di togliere a Colombo anche l'immeritato
titolo di Vicerè, titolo che, secondo lui, scemava il prestigio reale, e che
non riusciva a spiegarsi come aveva potuto decidersi a conferirglielo.
Dal fatto che l'Ovando fosse una creatura dell'Ordinatore Generale
della Marina, si ebbero ben tosto chiare prove. In meno di sei mesi fu
approntata la Rotta che doveva scortare l'Ovando alle Indie occidentali e
che, trattandosi, come s'era detto, di un funzionario di nomina provvisoria,
appariva di una pompa spropositata, non senza dire che costava ingenti
somme per il suo armamento. Si trattò, infatti, di ben 32 navi, fornite
d'ogni ben di Dio e con 2500 uomini a bordo.
A Colombo, il Fonseca e il Soria avevano lesinato l'imbarco di un
servitore in più dei 5 che gli avevano assegnato, mentre con l'Ovando si
largheggiò in modo esagerato, assegnandogli IO guardie del corpo a ca-
vallo e 12 a piedi, nonchè seguito d'ufficiali d'alto grado, ecc.
Non ci potevano essere prove più evidenti di queste, per dimostrare
che gli ostacoli a suo tempo opposti a Colombo non derivavano dalla tanto
strombazzata parsimonia, in cui bisognava contenere le spese - come so-
steneva il Fonseca - bensì da spregiudicata malevolenza.
L'Ovando partì per l'Espafiola il 13 febbraio 1502, ma, dopo pochi
giorni di navigazione, fu colto da una furiosa tempesta, che scompigliò
la formazione della Rotta, disperdendo le varie unità. Una nave grossa
affondò, la metà delle superstiti raggiunse Santo Domingo il 15 aprile e,
1'altra metà, verso la fine di quel mese.
Tardando a giungere in Spagna la notizia del felice arrivo a destino
di questa Rotta, Fonseca e il Re credettero che fosse andata sommersa e
il Re, in segno di lutto, per una settimana non uscì dall' Alhambra!
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