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Nasceva in quest'atmosfera mistica il Libro de las Profecias, opera
nella quale si dimostra, appunto, che l'evento della Scoperta e la persona
di Colombo erano state vaticinate nelle Sacre Scritture!

    Il Libro de las Profecias è, pertanto, un florilegio dei Libri Sacri e
consta di quattro parti. Nella prima, vengono riportati i brani delle Sacre
Scritture in cui si trova profetizzato il trionfo del Dio d'Israele su tutto
l'Orbe terracqueo e, specialmente, quelli in cui si accenna a terre che
attendono la parola del Signore in remote zone dell'Oceano. Nella seconda,
si trovano descritte le vicende tragiche di Gerusalemme. Nella terza, i vati-
cini relativi alla venuta dell' Anticristo e alla fine del mondo e, nella quarta,
i mirabolanti accenni ai tesori dell'Oriente e all'oro di Saba, di Tarsis e
di Ophir,

    Nella compilazione di questo lavoro Colombo ebbe per collaboratore
l'amico frate Gaspare Gorrizio o Gorricio da Novara, appartenente al Con-
vento de las Cuevas (delle Grotte) presso Siviglia. Risulta, difatti, che il
I3 settembre 1501 Colombo inviò al Gorrizio lo zibaldone, in cui racco~
glieva i passi della Sacra Bibbia, pregandolo di continuare lo spoglio e di ar-
ricchire il lavoro di chiose e di commento e, il 2I marzo I502, il Gorrizio
glielo restituiva con le proprie aggiunte e correzioni, cosicchè oggi non è
facile discernere il lavoro singolarmente compiuto dai due compilatori.

    A questo Libro venne premessa la riproduzione di una lettera che Co-
lombo avrebbe indirizzato ai Reali nel I50I e che la critica ritiene, con
buon fondamento, apocrifa, dato che in essa lo scrivente, rivolgendosi ai
Reali, vi commette l'imprudenza di profondersi in lodi a se stesso e di
esaltare i propri meriti, trattando della propria scienza, dei propri viaggi
e della predestinazione divina a compiere la grande impresa, da far sor-
gere facilmente il sospetto che l'abbia scritta, non lui, ma un suo fervido
ammiratore, quale potrebbe essere stato il Gorrizio.

    93 .... e il « Codice dei Prioilcgi », - Il Cielo, però, non fece dimen-
ticare del tutto la terra al Grande Scopritore, se non nei suoi riguardi
personali, almeno in quello dei propri figli ed eredi.

    Le alternative subite nei rapporti con la Corona spagnola, specie con
re Fernando, sempre propenso a tramare coi propri favoriti in danno del
Genovese, lo avevano reso sospettoso e guardingo, come non mai. Pertanto,
con oculata previdenza e con sagacia tutta ligure, pensò di radunare in
apposita raccolta tutti i diritti, privilegi e simili, concessi dai Sovrani, non
soltanto a lui, ma, altresì, al suo predecessore Almirante Mayor de Castilla
Don Alfonso Henriquez, Principe di Casa Reale, al cui rango egli era stato
assimilato, in base alle Capitolazioni di Santa Fe dell'aprile I492.
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