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Di fronte all'assicurazione degli indigeni, che Cuba era molto estesa,

Colombo rafforzò la propria idea di aver toccato in essa una penisola e,

precisamente, una delle appendici dell'estremo Oriente asiatico. Qualcuno

arrischiò il dubbio su ciò e, pur timidamente, affermò che era molto pro-

babile esser Cuba un'isola, anzichè una penisola, ma Colombo rimbeccò

che non gli era mai accaduto di vedere, nè di sentir parlare, di un'isola

la quale avesse uno sviluppo costiero di oltre 335 leghe e che non accen-

nava a finire. E poichè, dopo la scoperta dell'altra isola costiera, oggi detta

dei Pini, e da Colombo chiamata Evangelista, si accorse che la costa di

Cuba piegava verso il Sud-Ovest, non fu possibile smontarlo dalla sua opi-

nione. Colombo si trovava allora in un punto della costa cubana dirim-

petto gli odierni Cayos de San Felipe.

Pur tuttavia, fra i membri della spedizione c'era un certo abate di

Lucena, il quale aveva forte dubbio che Cuba potesse essere una penisola

dell'Oriente asiatico, principalmente, per tutte quelle popolazioni di carat-

tere primitivo che s'incontravano via via e che non mostravano alcun punto

di ravvicinamento con le popolazioni ricche e progredite che si sapeva vi-

vessero in quelle regioni dell'Asia.

Colombo lo seppe e, allora, il 12 giugno, chiamato il notaio dell'armata,

Fernando Perez de Luna, gli fece stendere in presenza di quattro testimoni

un processo verbale, dal quale risultava che gli Indiani del luogo avevano

dichiarato che Cuba era terraferma. Indi, invitò tutte quante le 80 persone

imbarcate colla spedizione a dichiarare se fosse rimasto in loro il menomo

dubbio che quella terra di Juana non fosse terraferma all'inizio dell'India,

in quanto che lui s'impegnava di togliere tale dubbio.  ,

Tutti risposero affermativamente, salvo il predetto abate, il quale venne,

poscia, trattenuto nel Nuovo Mondo, impedendogli di tornare in Spagna

e di divulgare così la propria opinione, la quale avrebbe compromesso di

fronte ai Reali l'affermazione dell' Ammiraglio di avere raggiunto la ter-

raferma asiatica.

E, dal suo punto di vista, il ragionamento colombiano non faceva una

grinza! Se anche Cuba fosse stata riconosciuta isola, i Sovrani avrebbero

potuto avere un facile appiglio per considerare tutte quelle terre da lui

scoperte come indipendenti dall'Asia e, magari, da essa lontane, mentre

era solo il raggiungimento di quel ricco Continente che poteva offrire

possibilità di viaggi remunerativi e, quindi, la prosecuzione delle spedizioni.

L'impegno degli equipaggi, avvalorato da giuramento, era sacro e la

sua infrazione avrebbe apportato all'incauto violatore diecimila maravedis

di ammenda e il taglio della lingua, se nobile, oppure cento frustate e il

taglio della lingua, se plebeo!
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