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fice e, sul riguardo, una prova inconfutabile si trova nella lettera che la
previdente Sovrana indirizzò a Colombo il 5 settembre di quell'anno, venti
giorni prima che venisse fuori la Bolla del Papa, lettera la quale contiene
frasi chiarissime di richiesta del parere dell' Ammiraglio e lascia, altresì,
trasparire tutte le buone disposizioni per l'accordo con la Nazione sorella.

     S'ignora ciò che Colombo abbia potuto rispondere in proposito alla
Regina, tanto più che non gli sarà sfuggita la tendenza piuttosto concilia-
trice di quest'ultima. Probabilmente, non se la sentiva di scendere sul ter-
reno delle concessioni, perchè, secondo lui, la Divina Provvidenza, mo-
strandogli la coincidenza sotto il medesimo meridiano di tanti fenomeni
naturali, gli aveva additato i luoghi in cui finiva l'Occidente e cominciava
l'Oriente, il vero limite fra i due emisferi e, quindi, l'unica linea di sepa-
razione che si dovesse assegnare alle due N azioni cristiane, che lottavano
entrambe per lo stesso ideale della propaganda religiosa nel mondo degli
Infedeli.

     Qualunque altra linea di demarcazione sarebbe stata del tutto artifi-
ciosa! I Sovrani, però - questo è evidente - potevano fare ciò che crede-
vano più conveniente ed opportuno per salvaguardare i loro interessi e
quelli della Nazione!

     La terza fra le ambascerie straordinarie inviate nel corso di un anno
dal Portogallo alla Spagna - composta da Dom Ruy da Sousa, signore di
Sagres, da Dom [oào da Sousa, suo figlio, e dal licenziato (laureato, dottore
in legge) Aires da Almada ,---- incontrando i pleni potenzi ari castigliani -
Don Enrico Henriquez, intendente generale della Corona, Don Gutierre
de Cardenas, commendatore di Le6n, e il dottore Maldonado di Talavera
dell'Università di Salamanca ,---- riuscivano, finalmente, il 7 giugno 1494
a firmare nel Palazzo Reale di Tordesillas, cittadina sul Duero in territorio
di Valladolid, un Concordato per la ripartizione del Mare Oceano, noto
nella Storia con l'indicazione di Trattato di Tordesillas.

     In base a tale Trattato, il quale intendeva correggere i pretesi errori
della Bolla Pontificia, veniva stipulato, di comune accordo fra le due Na-
zioni sorelle, di spostare di altre 270 leghe verso Occidente la raya tracciata
da Papa Alessandro VI, la quale restava così fissata a 370 leghe a ponente
delle Isole del Capo Verde.

     La stipulazione di questo Trattato, se, da una parte, fu un'abile mossa
della diplomazia portoghese, perchè, data la facilità con cui i Pontefici con-
cedevano privilegi e investiture, soltanto un accordo diretto fra le due parti
in contesa poteva offrire garanzia reciproca di tutela degli interessi presenti
e futuri, d'altra parte, si palesò troppo vaga e imprecisa circa i particolari

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