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Le Bolle pontificie del maggio 1493 erano, poi, venute a smentire in
pieno le tranquillanti assicurazioni fornite dalla Nazione spagnola e, cer-
tamente, non potevano apportare la pace fra i due contendenti.
In tali Bolle il Portogallo scorgeva una profonda lesione dei diritti e
privilegi, di cui era stato fino a quel momento investito, ed è logico che
cercasse di evitare il peggio, sia elevando proteste ai Reali spagnoli, sia
inviando ambascerie straordinarie presso la Santa Sede, affinchè il Sommo
Pontefice recedesse dal punto di vista consacrato nelle emanate Bolle.
E poichè il Pontefice non rispondeva, il Portogallo continuava ad insi-
stere, sia in Castiglia, sia a Roma, per ottenere soddisfazione. Su questo
proposito, bisogna pur dire che, confidando in un atto di resipiscenza pon-
tificia, il Portogallo aveva mal riposto le proprie speranze, e ciò perchè
avrebbe dovuto comprendere non essere possibile una ritrattazione ufficiale
di ciò che il Capo della Chiesa aveva disposto, ritrattazione che ne avrebbe
menomato il prestigio e l'autorità di fronte all'intero mondo cattolico. Ma,
avvenne di peggio!
Il 25 settembre I493, proprio lo stesso giorno in cui Colombo salpava
da Cadice con la seconda spedizione transatlantica, il Pontefice emanava
una quarta Bolla, distinta nella Storia con la denominazione di Bolla
d'estensione, con la quale, non solo veniva confermata la donazione con-
cessa alla Spagna con le Bolle del maggio precedente, ma s'allargavano,
anzi che restringerle, le concessioni fatte a questa Nazione, riconoscendo la
piena autorità dei Re Cattolici su tutti i Paesi che sarebbero stati scoperti,
sia in Oriente, sia nei limiti dell'India.
Questa Bolla fu la miccia che diede fuoco alle polveri! Difatti, il Por-
togallo insorse fieramente e, comprendendo, alfine, tutta la ib.utilità delle
sue ambascerie presso l'inflessibile Pontefice, rivolse allora proteste, ancor
più vibrate delle precedenti, alla Spagna, convinto, ormai, di poter quivi
raggiungere maggiori probabilità di successo.
Impostando la propria linea di condotta su quest'ultima direzione, il
Portogallo non s'ingannava, perchè non bisogna dimenticare che fra le
Case regnanti dei due Paesi attigui esistevano vincoli di sangue, rinnovati
dai frequenti matrimoni, che avvenivano fra i membri delle due famiglie.
Solo alcuni anni prima, una delle figliuole della regina Isabela, la Prin-
cipessa omonima, aveva sposato l'Infante di Portogallo e, dopo la imma-
tura e tragica morte di quest'ultimo, era stata impalmata dal nuovo erede
presuntivo del trono portoghese, cugino del defunto.
La regina Isabella, frattanto, aveva richiesto al Grande Genovese quello
che si dovesse fare per uscire nel modo migliore dalla vertenza, tempe-
rando, se del caso, con un accordo diretto, la soverchia durezza del Ponte-