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del tracciamento di tale linea di demarcazione, ii che provocò, in un avve-
nire non lontano, il risorgere della vertenza che si riteneva definitivamente
conclusa.

78. Defezioni, odi e rappresaglie agitano la vita dei coloni di Haiti. -

Ritornando a Colombo, che abbiamo lasciato nei paraggi dell'Isola Evan-

gelista (Isla de Pinos), diremo che ormai 1'Ammiraglio aveva deciso di

rientrare all'Isabela. Se non che, pervenuta l'armatella nelle immediate

adiacenze del Capo Cruz, dove s'era fermato per rimediare, col soccorso

degli indigeni, alla penuria dei viveri, fu costretto il 22 luglio a ridi scendere

verso l'isola Giamaica.

Rifornitosi alla meglio in quell'isola di altri viveri e costeggiatala per

un tratto del suo lato meridionale, riprese, al primo indizio di vento favo-

revole, la rotta di Levante.

Il 12 di agosto si trovò in vista del più estremo lembo occidentale del-

l'Isola Española (Haiti) che, in omaggio al suo conterraneo Michele da

Cuneo, battezzò col nome dell'arcangelo San Michele (oggi, Capo Tiburon).

Scorrendo, poscia, lungo la costa meridionale di Haiti, sbarcò in una inse-

natura di quella costa nove armati, aflìnchè per via di terra raggiungessero

il Forte San Tommaso e, indi, l'Isabela, recando la notizia del prossimo

arrivo dell' Ammiraglio.

Fu in questo viaggio di ritorno lungo la costa meridionale di Haiti che

scoprì una bellissima isoletta costiera, di cui fece dono al predetto suo com-

pagno di spedizione, Michele da Cuneo, il quale la chiamò Bella Saona.

Il 24 settembre la squadretta raggiunse l'estremo orientale ,della grande

isola haitiana.                           -"

Dominato dal proposito d'infliggere una dura lezione ai feroci Caribi,

per punirli dei loro nefandi delitti, proseguì ancora nella direzione di

Levante e scoprì l'isola di Mona, posta in mezzo al Canale fra Haiti e

Puerto Rico, ma nonostante che il vento fosse propizio al suo disegno, in

quei paraggi, a causa della grande tensione nervosa cui aveva sottoposto

il suo organismo, non più giovane, specie nella diuturna, assidua vigilanza

della navigazione e dell'esplorazione in quelle acque sconosciute, nonchè

per la deficienza di un'adeguata alimentazione e del necessario riposo,

venne colto da un grave disturbo fisico.

Fu, pertanto, giocoforza rientrare all'Isabela, dove le tre navi, ormai

ridotte in pessime condizioni di galleggiabilità, giunsero il 29 settembre.

Per 5 giorni e per 5 notti, Colombo s'era trovato immerso in profonda le-

targia e il suo corpo, all'apparenza quasi esanime, potè essere destato dal

suo sopore e scosso profondamente nell'udire il suono di una voce a lui
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