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gare le vele, ma solo il giorno 13, a causa dei venti leggeri o mancanti,
potè perdere di vista le Canarie.

    La traversata sarebbe stata felice se il giorno 26 una fiera tempesta
non avesse fatto correre serio pericolo a quella flotta, ma, come Dio volle,
dopo l'apparizione del fuoco di S. Elmo sull'alberatura della nave Capi-
tana, la tempesta si placò e la mattina della domenica 3 novembre s'avvistò
un'isola montuosa alla quale, dato il giorno domenicale, fu imposto il
nome di Dominica.

    Non avendo potuto trovare un luogo dove sbarcare, l'Ammiraglio di-
resse ad una seconda isola, coperta di verdi foreste, che si scorgeva sulla
destra, ossia verso il Nord, alla quale potè approdare e prenderne possesso
col solito cerimoniale. Le impose il nome della sua nave, Maria Galante.
Quivi fu celebrata la prima Messa della storia religiosa americana.

    Tale Messa avrebbe dovuto essere officiata dal Vicario Apostolico, ma,
trovandosi costui imbarcato su altra nave e perciò non pronto a sbarcare
assieme all' Ammiraglio per la cerimonia della presa di possesso, fu cele-
brata dal Cappellano della nave capitana sbarcato assieme a Colombo e
che, secondo alcuni storici, sarebbe stato frate Antonio De Marchena,
l'amico del Convento de « la Ràbida l).

    Procedendo verso Ponente, il 4 novembre la spedizione incontrò
un' altra isola, ancor più grossa delle precedenti e l'Ammiraglio, deside-
rando adempiere la promessa fatta ai Religiosi del Santuario di S. Maria
della Guadalupa, allorquando vi si era recato in devoto pellegrinaggio, la
battezzò col nome di quel Santuario.

    Quest'isola, che era abitata dai Caribi antropofaghi, come fu provato
dai macabri resti rinvenuti dagli Spagnoli nelle varie capanne, trovate de-
serte perchè i loro abitatori n'erano fuggiti all'appressarsi delle navi, tenne
impegnato ed inquieto l'Ammiraglio per parecchi giorni, a causa del ritar-
dato ritorno a bordo del capitano di una delle caravelle, sceso a terra con
otto compagni, senza licenza del Capo.

    Partita dalla Guadalupa, dopo la forzata sosta e il ritorno a bordo degli
uomini che s'erano smarriti sotto le foreste dell'isola, la flottiglia riprese
il cammino imbattendosi in una successione d'isole che l'Ammiraglio via
via battezzava con i suoi preferiti toponimi religiosi, così Montserrat, alta,
montuosa, con nessuna traccia di abitanti, probabilmente, perchè i canni-
bali della vicina Guadalupa li avevano divorati tutti; S. Maria la Rotonda,
circolare, tagliata quasi a picco; S. Maria de la Antigua, S. Martino, Santa
Cruz e, poscia, una quarantina d'isole, di cui la maggiore la chiamò
S. Orsola e, le altre, le U ndicimila Vergini.
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