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72. I preparativi per una seconda spedizione. - I Sovrani conferma-
rono a Colombo tutti i privilegi previsti dalle Capitolazioni di Santa Fe e
il 20 maggio successivo gli diedero altra prova della loro benevolenza, con-
cedendogli le Lettere patenti di nobiltà, per cui poteva usare il titolo di
Don, e lo stemma gentilizio, avente il Castello e il Leone, nella parte su-
periore, mentre nell'inferiore raffigurava un gran numero d'isole d'oro fra
le onde azzurre; raffigurazione che, più tardi, fu modificata dal Grande
Genovese.

    Questi richiamò presso di sè, da Savona dove allora praticava il me-
stiere di scardassiere, il proprio fratello minore Jacopo, il 'quale, pas-
sando in Spagna, venne chiamato Diego. Il giovane artigiano si vide in
tal guisa elevato, di colpo, alla carica di Aiutante maggiore del Grande
Ammiraglio di Castiglia e la regina Isabella, per il riguardo dovuto alla
persona del fratello Ammiraglio, nobilitò anche lui, onde potè parimenti
fregiarsi del titolo di Don.

    Dell'altro fratello, Bartolomeo, che gli era stato affettuoso compagno
nella residenza di Lisbona, e che al momento di trasferirsi in Spagna
aveva inviato in Inghilterra, non aveva ancora notizie.

    I segni palesi del favore, della stima e della fiducia dei Sovrani durante
questo periodo, non si contano. Colombo era visto cavalcare per le vie di
Barcelona a fianco del Principe ereditario Don [uan, deteneva persino il
sigillo reale, che i Sovrani gli avevano consegnato per usarne a suo giudizio.

    A questo medesimo periodo di tempo (23 maggio) risale, altresì, la con-
cessione da parte della Regina del premio di primo avvistamento delle
terre scoperte e che doveva provocare tante esecrazioni e tante maledizioni
da parte del marinaio della Pinta, che se ne ritenne defraudato.

    Ora, le Loro Altezze erano più che convinte che bisognasse proseguire
al più presto l'esplorazione delle terre oceaniche, le quali dal loro Scopritore
venivano indicate quali Indie occidentali, sicchè compilarono le Istruzioni
a cui l'Ammiraglio avrebbe dovuto attenersi nel prossimo futuro, sia per
il trattamento dei sudditi, sia per il più vantaggioso sfruttamento dei ter-
ritori scoperti e da scoprire, ma, in fondo, erano tutte proposte avanzate
da Colombo e che i Reali s'erano affrettati ad accogliere.

    Per condurre, poi, più rapidamente possibile i preparativi per la nuova
spedizione, i Sovrani crearono in Siviglia un apposito Ufficio, che doveva
costituire il primo embrione della futura Casa de Contrataci6n o Banco
Real del Traffico con le Indie, Ufficio che venne affidato, s'ignora se col
consenso o su desiderio espresso da Colombo, all' arcidiacono di Siviglia,
Don Juan Rodriguez de Fonseca, un ecclesiastico piuttosto mondano, do-
tato d'una mentalità di vero burocrate, che da amico ed ammiratore del

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