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Il Gran Cardinale gli usò onori sovrani, facendogli servire a mensa
le vivande coperte e con la salva, trattamento, quest'ultimo, di grande si-
gnificato, perchè si costumava farI o ai personaggi di elevatissimo rango
- e, il Nostro, era ben Vicerè - e che consisteva nell'assaggio preventivo
che il padron di casa faceva delle vivande fatte servire al convitato di
riguardo.
Una bizzarra storiella - quella dell'ovo di Colombo - circola da al-
quanti secoli sulle bocche del popolo e viene, appunto, attribuita allo
Scopritore durante questo convito in casa del Mendoza, Ma è pura fiaba
o, per lo meno, venne presa a prestito da altro protagonista per adattarla
a Colombo, dopo che questi era morto e gli eredi lottavano contro il Fisco
e contro altri detrattori del merito dello Scopritore, per ottenere il ricono-
scimento dei loro diritti.
In fondo, la morale di quella storiella è che alcune cose, prima repu-
tate difficili o impossibili, diventano di facilissima esecuzione dopo che
qualcuno ha saputo superare gli ostacoli che vi si frapponevano. E ciò,
probabilmente, potrebbe spiegare il perchè dell'adattamento al personaggio
colombiano, adattamento fatto ,---- come abbiamo supposto - in periodo
postumo, in cui si faceva quasi a gara, tra il Fisco spagnolo e gli eredi
Pinzon, per diminuirne i meriti.
Dubitiamo fortemente che, in quei giorni del trionfo barcellonese, in
mezzo a quella marea di lodi e di onori superlativamente tributati, fra il
generale entusiasmo e la formatasi aureola di gloria, potessero esservi per-
sone che, in casa del più elevato personaggio del Regno, qual era, dopo i
Reali, il Gran Cardinale di Spagna, osassero rivolgere a quel convitato
d'eccezione domande indiscrete o irridenti e che Colombo, in casa d'altri,
potesse dare ordini ai servi, non propri, di portargli questo o quell'altro
oggetto.
Pare che, originariamente, l'aneddoto sia nato in Italia, intorno al I444
- quindi prima ancora della nascita del Grande Genovese - e che fosse
da attribuire al famoso architetto Filippo Brunelleschi, il quale ne sarebbe
stato il vero ed autentico protagonista, a proposito delle difficoltà incon-
trate e superate nel completamento della cupola di S. Maria del Fiore in
Firenze.
Le feste di Barcelona durarono a lungo e, fra l'altro, quale primizia
delle moltitudini che, ben tosto, sarebbero state accolte nel grembo della
Nostra Chiesa, venne celebrato con grande pompa e con l'officiatura del
Gran Cardinale, il battesimo dei sette Indiani portati in Europa dalle navi
colombiane, padrini il Re Ferdinando, il Principe ereditario Don Juan ed
altri elevati personaggi della Corte.
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