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    Gli storici dell'epoca accreditarono una leggenda al riguardo, diciamo
leggenda, perchè mancano le prove documentarie.

     Nella notte dal 13 al 14 febbraio, durante quella tremenda bufera che
separò le due caravelle, il Pinzén, non vedendo più il fanale della Niña
ritenne che questa, già in malandate condizioni, non avesse resistito e fosse
colata a picco. Sbattuto dalla tempesta sulle coste della Galizia, nella con-
vinzione che la sua fosse l'unica nave superstite dell'armatella, mandò di
là una lettera ai Sovrani, chiedendo di autorizzarlo a presentarsi al loro
cospetto per rendere conto delle scoperte fatte dalla spedizione e, natural-
mente, attribuendosene il merito.

     I Sovrani gli risposero negativamente ed allora si affrettò a scendere
lungo la costa portoghese per rientrare a Palos. Se non che, giungendo colà
e scorgendo la Niña all'àncora, che sventolava in testa d'albero lo sten-
dardo della spedizione, s'avvilì e, nel timore che l'Ammiraglio potesse farlo
arrestare per sottoporlo a giudizio, fuggì. Tornò a Palos allorquando ap-
prese che Colombo n'era già partito, ma per poco, perchè di lì a non
molto morì di dolore.

    Egli è certo che la morte di Martino Alonzo Pinzón seguì a pochi
giorni dopo il suo ritorno in paese e, checchè si dica dai suoi apologisti che,
specialmente in Spagna, per sentimento di vanità nazionale, non sono pochi,
la memoria di quest'uomo è rimasta maculata in maniera indelebile.

    La sua diserzione e i motivi che la determinarono e, prima ancora, la
sua tracotanza, le sue imposture e la sua costante insubordinazione all'au-
torità dell'Ammiraglio, di un bravo marinaio che, in condizioni di normale
collaborazione, avrebbe avuto, certamente, la sua parte di gloria nella sco-
perta americana, principalmente per avere reso possibile, con l'intervento
suo e dei suoi, la formazione degli equipaggi della spedizione, ne fecero
un avventuriero nel peggior senso della parola!

     Grande fu la gioia dei palosini nel rivedere tutti i propri cari, perchè
non occorre ripetere che gli equipaggi delle due caravelle superstiti erano
totalmente composti di loro concittadini. Nessun palosino era, difatti, ri-
masto a La Navidad! A tale gioia s'aggiungeva, inoltre, la fama derivata
alla loro città e alla loro marineria dal memorando viaggio compiuto, l'in-
teresse per le cose nuove recate dalle terre scoperte - mancavano, però le
tegole d'oro - e il merito dell'Ammiraglio che aveva guidato la strabi-
liante impresa, merito che, ora, a differenza di prima, veniva universal-
mente riconosciuto.

     L'Ammiraglio, dopo aver provveduto a sciogliere tutti i voti fatti in
mare nel momento del periglio, a cominciare da quello collettivo con tutto
l'equipaggio, mandato a monte dai Portoghesi di S. Maria delle Azorre,

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