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colo e con tanta fortuna di mare; e il venerdì 22 febbraio venivano liberati
i prigionieri dal fermo loro imposto dal Governatore di S. Maria!

    Nel pomeriggio della domenica 24 febbraio, essendosi levato un vento
molto propizio per recarsi in Castiglia, l'Ammiraglio fece sospendere il
carico della zavorra e salpò, mettendo la prua a Levante. Per i primi tre
giorni la navigazione procedette bene, anche perchè il mare s'era ormai

calmato, ma il giorno 27 essa venne ostacolata da vento contrario e da

mare grosso. Nei successivi giorni, dal 28 febbraio al 2 marzo, soffiarono
venti di direzione varia i quali sballottarono la Nñia di qua e di là.

    La domenica 3 marzo, una raffica di vento più violento delle altre la-
cerò tutte le vele e la caravella si trovò di nuovo a mal partito.

    Lampeggiava e pioveva a dirotto, le onde incrociavansi da varie dire-
zioni e i venti turbinavano da ogni parte. Tutta quella notte la caravella,
in preda alla furia del mare, venne alternativamente scaraventata al cielo
e ricacciata in profondi abissi liquidi, ma pur tuttavia si risollevava sempre,
resistendo maravigliosamente.

    In tal frangente furono fatti altri voti e devote promesse: tutti promi-
sero di digiunare a solo pane e acqua il primo sabato dopo l'arrivo in
porto, si promise, altresì, di mandare un pellegrino al Santuario di S. Maria
della Cinta della città di Huelva e la sorte designò, per la terza volta,
l'Ammiraglio!

    Come Dio volle, il giorno 4 marzo s'avvistò la terra di prora, tra la
foschìa dell'orizzonte. Era la massa dirupata e scabrosa che sovrasta l'ibe-
rico Cabo de la Roca, dalla caratteristica sommità disuguale e costituita da
una fila di punte aguzze: la Sierra de Cintra.

    68. Approdo in Portogallo, proprio nella tana del leone! - La Sierra
de Cintra valeva quanto dire terra portoghese e, precisamente, il distretto
prossimo alla sua capitale, Lisbona, ma l'Ammiraglio, per trarre a salva-
mento la caravella e il suo equipaggio, non aveva altra via di scelta, per
cui, volente o nolente, dovette decidersi ad entrare proprio nella cctana
del leone» ..

    Dopo un vano tentativo di portare la malandata Niña a ridosso del
Cabo Razo, l'Ammiraglio avanzò a Levante della Punta do Salmodo per
cercare riparo nella Rada di Cascai s, ma trattandosi di rada aperta, correva
egualmente il pericolo d'infrangersi contro il litorale, scagliatovi dalla furia
dei marosi e dal vento, di maniera che fu giocoforza entrare addirittura
nell'estuario del Tago, manovra, questa, che presentò difficoltà non lievi,
a causa degli elementi in contrasto. Il vento e il mare spingevano la cara-
vella a precipizio verso terra; mentre l'aumentata velocità della corrente

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