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vece, il cielo si schiarì verso Ponente e il moto ondoso accennò ad una leg-
gera diminuzione.

    Al sorgere del sole del venerdì 15 febbraio, fu avvistata terra di prora
in direzione di Est-Nord-Est, ma nessuno sapeva indicare quale fosse: chi
diceva trattarsi di un'isola delle Canarie, chi di una del gruppo Madera,
chi di una delle Azorre e chi, infine, che fosse la Rocca di Cintra in Por-
togallo. L'incertezza dei vari piloti e dello stesso Ammiraglio era, del resto,
giustificabile dopo la scomposta e violenta fuga, davanti agli elementi scon-
volti, nella notte fra il 13 e il 14 febbraio.

    In quella notte fatale, tutti s'erano trovati in bilico sulla soglia della
fossa mortale e il secreto secolare dell'Oceano aveva minacciato di prolun-
gare ancora nel tempo il suo mistero.

    L'Ammiraglio scrisse sul Giornale, in data del 15 febbraio, che stimava
di trovarsi nei paraggi delle Azorre, ma dalle lettere che, con l'aggiunta di
un postscriptum del successivo 4 marzo, inviò da Lisbona, con le prime
notizie della Scoperta, a due personaggi della Corte spagnola - Gabriel
Sanchez, tesoriere della Corona e al noto Luis de Santangel - risulta che
esse furono datate « Dalla carauella, all' altezza delle Isole Canarie, addì
15 febbraio 1493». E poichè non è possibile che nella stessa giornata si
rosse contemporaneamente trovato in due località così lontane l'una dal-
l'altra, sorge illegittimo dubbio che Colombo, il giorno 15 febbraio abbia,
in un primo tempo, ritenuto che la tempesta lo avesse fatto dirottare, por-
tandolo in vista delle Canarie e, quando il giorno 17 potè atterrare sulla
terra avvistata e i marinai portarono a bordo la notizia che quella era l'isola
Santa Maria delle Azorre, abbia corretto il Giornale, omettendo di fare
altrettanto, oppure lasciando addirittura correre la indicazione apposta sulle
due lettere, che aveva già vergate.

    Comunque, per due giorni (15-17 febbraio), la Niña continuò a bor-
deggiare in vista di quell'isola e a girarle intorno per cercare un luogo fa-
vorevole all'atterraggio e allo sbarco, dato che il mare si manteneva tut-
tavia agitato. E quando potè affondare in una rada la seconda àncora, giac-
chè in un precedente tentativo aveva perduto la prima, e potè mandare a
terra la barca, apprese, al ritorno di questa, il nome dell'isola e l'indica-
zione del porto in cui avrebbe potuto approdare.

    Gli isolani riferirono ai marinai che avevano seguito con animo trepi-
dante le sorti della caravella nella tempesta, per tutto il tempo che essa era
venuta in vista dell'isola, e si erano maravigliati della sua vittoriosa resi-
stenza. Non ricordavano una tempesta più fiera di quella di cui erano stati
spettatori nei precedenti giorni.

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