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nell'intensità e nella direzione del vento, con conseguente leggera modifica
dell'angolo di rotta, stringendone l'ampiezza di qualche quarta verso il
Nord o allargandola di altrettanto verso l'Est, ma il giorno I3 le due cara-
velle superstiti della spedizione furono travagliate dalla burrasca con forte
vento e mare grosso.

    Sull'imbrunire, verso Nord-Nord-Est, cominciò a lampeggiare e da quel
settore dell'orizzonte s'annunciò l'avvicinarsi di una formidabile tempesta,
il cui vento precursore sibilava, già da varie ore, attraverso il sartiame delle
caravelle. Fu giocoforza procedere a secco di vele, per non averle lacerate
dalla furia del vento e, in pari tempo, per dare maggiore assetto e stabilità
alla Niña, la quale per l'avvenuto consumo dei viveri, dell'acqua potabile e
del vino s'era sensibilmente alleggerita, l'Ammiraglio fece riempire d'ac-
qua marina tutti i recipienti vuoti.

    In seguito ad un leggero cedimento momentaneo della forza del vento,
venne mollata la vela di pappafico (oggi, velaccino), aflÌnchè la nave si
sollevasse meglio sulle onde che si accavallavano l'una sull'altra. A sera,
però, il vento rinforzò e il mare si fece ancor più furibondo. Le onde si

urtavano e s'incrociavano numerose, tormentando quei due miseri gusci

di noce.
    La notte, poi, il vento crebbe ancora più di forza e le onde divennero

spaventevoli. Il pericolo di perdersi cresceva a vista d'occhio. La vela di
pappafico dovette essere imbrogliata, per non vedersela portar via a bran-
delli. Per parecchie ore la furia del vento e del mare non accennò a dimi-
nuire, sicchè, non essendovi altra via di scampo, tanto l'Ammiraglio con
la Niña, quanto Martino Alonzo Pinzón con la Pinta, si abbandonarono
alla tempesta a secco completo di vele.

    Per parecchio tempo ancora, le due caravelle continuarono a vedere i
reciproci fanali, che segnalavano la loro presenza, ma, in seguito, traspor-
tate da quell'infernale bufera, l'una disparve alla vista dell'altra.

    Sulla Niña, l'Ammiraglio e l'equipaggio facevano voti e promesse a
tutti i Santi, per essere protetti contro il pericolo. Fu, in un primo tempo,
tirato a sorte chi dovesse recarsi in pellegrinaggio al Santuario di Nostra
Signora della Guadalupa, e la sorte designò l'Ammiraglio. Poscia, un se-
condo per recarsi in preghiera al Santuario della Santa Casa di Nazaret in
Loreto, nella marca d'Ancona, con spesa a carico dell'Ammiraglio, e la
sorte indicò Pedro de Villa, marinaio di Puerto Santa Maria. In seguito, un
terzo per recarsi in penitenza presso la chiesa di S. Clara di Moguer, e la
sorte indicò nuovamente l'Ammiraglio!

    Tutti si ritenevano perduti nella furia di quella bufera, veramente tre-
menda, della quale sostenevano, e con ragione, di non aver mai visto al-

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