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L'isola di S. Maria delle Azorre era allora governata dal capitano [oào
da Castanheira, i cui messi furono ricevuti a bordo della Niña con tutti gli
onori e si mostrarono compiacenti a che l'Ammiraglio, in adempimento
del voto collettivo fatto durante la tempesta, mandasse in processione ad
un tempio della Santa Vergine una metà dell'equipaggio, salvo, poi, a gui-
darvi lui stesso l'altra metà, allorchè la prima fosse rientrata a bordo.
Sceso a terra il primo scaglione, questo non tornò a bordo e, anzi, nel
pomeriggio una barca con uomini armati e col capitano-governatore venne
ad intimare la resa alla Niña.
Si parlamentò a lungo, giocando d'ambo le parti di furberia e d'astuzia
per non cadere in abili tranelli e per raggiungere i contrastanti scopi. Si
passò anche alle minacce, tanto più che l'Ammiraglio aveva lettere e pa-
tenti dei Sovrani spagnoli, che gli accreditavano tale grado e dignità presso
le Nazioni straniere, e non sarebbe stato disposto a tollerare offese alla
bandiera che lo copriva, ai Reali di Spagna e a chi li rappresentava con
l'alta dignità di Vicerè, della quale era parimenti investito.
Il portoghese, invece, s'ostinava a non volere riconoscere altra autorità
all'infuori di quella del proprio sovrano, il quale gli aveva comandato di
agire in siffatto modo.
Dato lo stato del mare, il quale tardava tuttavia a rabbonirsi, e dato
l'insufficiente riparo che gli offriva l'ancoraggio in cui si trovava, l'Ammi-
raglio il giorno 20 salpò l'àncora per cercare rifugio migliore in altra isola,
possibilmente a S. Michele, ma il 21 ritornò a S. Maria, ancorando nello
stesso luogo di prima.
Il venerdì 22 febbraio, il tempo migliorò ancora e vennero a bordo due
sacerdoti e un notaio pubblico del luogo per parlamentare, giacchè la mi-
naccia di mettere a ferro e fuoco l'isola per riprendere i propri uomini, ille-
galmente trattenuti dal Governatore, e di portare via ostaggi in Spagna
almeno un centinaio di Portoghesi, aveva prodotto una certa emozione e
il ritorno, dopo due giorni d'assenza, della caravella nello stesso luogo, po-
teva costituire un segno della imminente esecuzione della minaccia.
Viste ed esaminate le lettere e le patenti concesse dai Sovrani spagnoli
a Colombo, si dichiararono soddisfatti e, scesi a terra, liberarono gli Spa-
gnoli che avevano illegalmente trattenuti, per cui la Nñia potè salpare
l'àncora e recarsi a fare un carico di legna e di zavorra in altra parte del-
l'isola.
Ancora una volta la devota credenza dell'Ammiraglio aveva avuto du-
plice conferma circa i lieti auspici della giornata del venerdì: il venerdì
15 febbraio aveva avvistato la terra, dopo aver navigato con estremo peri-