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Fot. Direz. Belle Arti, Comune di Genova

Schizzo della parte settentrionale dell'isola Espafiola, disegnato da Cristoforo Colombo.
       (Madrid, Archivio della Casa Ducale di Alba).

Martino Alonzo Pinzón, una volta raggiunta l'isola dell'oro e fatto il suo

bravo bottino, tornasse glorioso e trionfante in Spagna, attribuendosi di

fronte ai Reali e all'intera Nazione il merito e il successo della scoperta,

defraudandone lui, nonchè il timore che il cattivo esempio dato dal primo

disertore, con la scossa arrecata al senso della disciplina, potesse essere se-

guito da altri eventuali imitatori.

     Anche la Niña aveva al comando un Pinz6n e al suo bordo si trova-

vano parenti, amici e persone devote a quella casata. Dove sarebbero, al-

lora, andati a finire il prestigio e l'autorità del capo supremo .dtll'armatella

e le finalità per cui era stata promossa la spedizione?  .

     Attanagliato da questi penosi pensieri, avrebbe voluto portarsi verso

Levante, raggiungere Babeque e, possibilmente, Martino Alonzo Pinzón,

riprenderlo sotto la propria autorità e riavere così la disponibilità della

terza caravella, la cui mancanza poteva compromettere gli ulteriori svi-

luppi dell'iniziata esplorazione. Se non che il vento non era propizio per

navigare verso Levante, dove si scorgeva una piccola isola separata da un

canale dalla grande terra in vista e la Santa Maria e la Niña s'avviarono

verso Sud-Est, ossia verso quella grande terra che già con le sue montagne

si stagliava netta sull'orizzonte.

     La Nñia, essendo più veloce della Santa Maria, la precedeva, per cui

potè entrare, prima che annottasse, in una baia che assomigliava molto a

quella di Cadice. La Santa Maria, invece, che sopraggiunse più tardi, per

entrarvi dovette attendere al largo la luce del mattino seguente e, poichè

quel giorno era il 6 dicembre e nella liturgia cattolica ricorreva la festa

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