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nostra Santa Religione con l'amore, anzichè con la forza, allo scopo di
farseli amici, regalò ad alcuni di loro berretti rossi e coroncine di vetro
da mettersi al collo o altre cianfrusaglie di scarso valore, delle quali essi
ebbero molto piacere; e tanto divennero amici che era una maraviglia. Poi,
vennero nuotando ai navigli sui quali erano rientrati gli Spagnoli dopo
la cerimonia della presa di possesso dell'isola, e portarono pappagalli, filo
di cotone in gomitoli, zagaglie e tante altre cose, che scambiarono con le
perline di vetro e i sonaglini offerti dai marinai. Essi si mostrarono felici
di prendere qualunque cosa fosse loro offerta e diedero volontieri quello
che avevano.
55. Guanahanil - L'isola che il Destino aveva posto sulla rotta delle
caravelle colombiane era detta dagli indigeni Guanahani, ma l'Ammiraglio,
per rendere grazie al Sommo Fattore dell'Universo, le aveva imposto nome
San Salvador.
Guanahani, che in una pagina del Giornale di bordo è definita isleta
(isoletta) e, in altra pagina, è stimata isla bien grande (isola assai grande),
non era solitaria, faceva bensÌ parte di un vasto arcipelago che gli Spa-
gnoli, prendendo a prestito una voce usata dai nativi per designarlo ed
introdotta, poscia, nella loro lingua, chiamarono delle Lucaye (in lingua
spagnola moderna los cayos=le scogliere).
Quest'isola non dava soverchio affidamento circa il possesso di spic-
cate ricchezze naturali. Era, sÌ, gaia d'alberi e di frutta, ricca di pappa-
galli e abitata da docili e miti Indiani, i quali vivevano vita di Natura in
povere capanne e che, per andare sul mare, usavano canoe fatte d'un sol
pezzo da un tronco d'albero, spinte da certi arnesi simili a pare da forno.
Colombo s'accalorava a descrivere, con accentuata enfasi, sul Giornale
di bordo, tutte le bellezze naturali di quella terra, per mettere vieppiù in
rilievo l'interesse dell'avvenuta scoperta ed è logico che cosÌ facesse, affin-
chè i Sovrani non provassero la medesima delusione, che già cominciava
ad insinuarsi nell'animo dei suoi compagni di spedizione.
Dov'era l'oro, il bramato oro, per il cui possesso avevano affrontato
le ansie e i rischi di quell'interminabile viaggio?
Gli Spagnoli erano, pertanto, di malumore, sebbene sperassero ancora
- spes ultima dea ,- che l'affare non fosse compromesso del tutto e che
si potessero rifare, con maggior fortuna, presso altra isola o terraferma di
successiva scoperta. In attesa di tale sperato avvenimento, tormentavano
con insistenti domande gli Indiani per conoscere dove si trovasse l'oro, ma
tali richieste, fatte per via di segnali, perchè i rispettivi linguaggi non ve-
mvano reciprocamente compresi, provocavano facili equivoci nei nativi