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pagine d'un medesimo argomento, perchè identico fu lo scopo che le pro-
mosse, quantunque si perseguissero vie addirittura opposte.
La prima era, difatti, ricercata con tentativi che duravano già da pa-
recchio e che si svolgevano lungo la costa atlantica del Continente africano,
continente il quale, in conseguenza di ricordi classici (l'Oceano circondava
tutt'intera la terra emersa) e di antichissimi peripli leggendari (quello che
i Fenici avrebbero intrapreso per ordine del Faraone Neko; l'altro, al-
quanto dubbio, intrapreso dal greco Eudosso e un terzo, maggiormente
dubbio, del cartaginese Annone), nonchè da nozioni e da informazioni
avute probabilmente da geografi e da mercanti arabi, veniva supposto di
forma grossolanamente triangolare col vertice rivolto verso Sud. Si pro-
cedeva, quindi, a tappe successive, lungo una via nota, anche se ancora
non del tutto riconosciuta.
La seconda, invece, implicava una completa rivoluzione nella pratica
degli spostamenti sul tramite acqueo, in quanto che si sarebbe dovuto trac-
ciare una via nuova, mai tentata, svolgente si fuori vista di terra, via che
non ammetteva tappe successive, ma che si sarebbe dovuta percorrere con
Il Gran Can a caccia. Fot. Fiorentini
Miniatura del « Livre des Merveilles» (parigi, Biblioteca Nazionale).
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