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Don Enrico il Navigatore.
Miniatura della « Cronaca do Guiné»
di Eannez de Azurara (Parigi, Biblio-
teca Nazionale).
Fot. Larousse
testimonianza i toponimi della nostra cartografia nautica della prima metà
del secolo XIV (isole: Lanzarota, Alegranza, Vegi marin, de li Conigi, de
lo Legname, Desertas, Corvo, San Zorzo, ecc.).
4- Le direzioni secondo cui s'estese l'orizzonte geografico. - L'ado-
zione del metodo sperimentale, nuovo agente vivificatore della riflessione,
per la ricerca delle verità della Scienza e, segnatamente, di quel gruppo
di scienze definite speculative, oltre ad alimentare un intenso fervore d'in-
dagine, aveva, soprattutto, determinato il sorgere di una necessità, mai
avvertita prima d'allora, quella di accertare le umane cognizioni al vaglio
della prova pratica o della diretta conferma.
Nel campo geografico, tale influenza si faceva sentire col graduale di-
stacco dalle tradizioni stracche e dalle inconsistenti fole del passato, pro-
prie della Geografia sistematica o congetturale, allora ancor vitale, e con
la preferenza accordata al notiziario - pur se talvolta esagerato nei con-
torni e nelle tinte - ricavato dalle narrazioni di coloro che, per motivi
d'indole varia, s'avventuravano incontro ai rischi e ai pericoli di lunghi
viaggi verso l'ignoto o verso il poco noto.
Il progresso geografico o, meglio, il graduale allargamento dell'oriz-
zonte geografico dei popoli di civiltà mediterranea, potè così iniziare il
proprio cammino glorioso. Esso, spinto lungo le ignote vie del mondo
dal desiderio di ricercare in Oriente il leggendario regno cristiano del
Prete Gianni, per fame un alleato su fronte opposta contro il minaccioso
dilagare dell'Islam verso Occidente, e dal bisogno di procurarsi alcune
pregiate produzioni orientali, varcò, finalmente, i limiti angusti, che fino
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