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Amalfi e Pisa, poi Genova e Venezia - avevano esercitato durante due
secoli circa per lo scambio dei prodotti dell'Occidente con quelli asiatici
pregiati, i quali vi affluivano attraverso le vie carovaniere provenienti dagli
scali del Golfo Persico e dell' Arabia.

    Quest'avvenimento, quindi, promosse la ricerca di nuovi scali più tran-
quilli e meno vessati - possibilmente, quelli originari di partenza dei pro-
dotti pregia ti - anche se per raggiungerli fosse ora necessario percorrere
vie non altrettanto comode e brevi, come quelle testè dovute abbandonare.
E se n'aveva ben d'onde, perchè, prima ancora che il dominio turco s'esten-
desse dall'Egitto alla Sorìa, il commercio marittimo delle Nazioni cri-
stiane aveva già sperimentato, nei porti del Delta niliaco, i capricci ed i
soprusi di quei Sultani avidi, prepotenti e fanatici.

    Ed ecco, allora, la Dominante che arma l'audacia dei suoi figli mi-
gliori e, speranzosa di vincere la nuova battaglia, manda fuori dal Man-
draccio del suo magnifico ed attivo porto - in quell'istesso mese di maggio
del 1291, in cui avvenne la caduta di S. Giovanni d'Acri - la spedizione
dei fratelli Vivaldi, col precipuo scopo di cercare la via marittima nuova
per giungere direttamente all'India.

    È noto che la spedizione dei fratelli Vival di c- uomini dal cuore di
quercia e di bronzo cinto - ebbe fine infelice, perchè dopo il suo pas-
saggio nel sito di Gozora (costa atlantica del Marocco), non si ebbero ulte-
riori sue notizie e tutto piombò nel mistero più fitto.

    Ma, ormai, l'incanto era rotto ed era lecito sperare che altri tentativi
avrebbero seguito quel primo, ardimento so oltre ogni dire, sia che esso
si prefiggesse - come vuole la tradizione c- di circumnavigare la grande
terra d'Africa, soluzione non inconciliabile con la scienza e con le tradi-
zioni geografiche dell'epoca, sia che si proponesse - come qualcuno ar-
rischiò con geniale ipotesi - di percorrere una rotta occidentale diretta,
attraverso l'aperta distesa oceanica. Un'impresa, quest'ultima, che avrebbe
precorso quella di Colombo!

    In progresso di tempo, i navigatori portoghesi, anche se spinti dal-
l'impulso e dal mecenatismo del loro Infante Don Enrico (1394-1460), so-
prannominato il Navigatore, benchè non avesse mai navigato, e dopo la
morte di quest'ultimo, dagli stimoli della nuova coscienza nazionale, via
via formatasi e subentrata alla volontà d'un solo uomo, seguivano in ciò
le premesse e l'indirizzo additato dall'ardimento italico. Così pure, prima
ancora che avessero luogo da parte dei popoli iberici le ricognizioni insu-
lari atlantiche (Canarie, Madera, Azorre), gli Italiani - e specialmente i
Liguri - avevano raggiunto quegli arcipelaghi, come ne fanno indubbia

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