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posita Ordinanza reale riguardava l'utilizzazione di tale corvée per l'im-
presa di Colombo. Ciò spiega perchè sia stato prescelto quale porto d'ar-
mamento della spedizione colombiana proprio quello di Palos, che poi non
era uno fra i porti più frequentati da navi e meglio fornito per le prov-
viste navali e per il reclutamento degli equipaggi, come, invece, erano
quelli di Barcelona, di Sevilla, di Cadiz.
In tale Ordinanza veniva precisato che la servitù navale delle due ca-
ravelle doveva essere posta dalla cittadina di Palos de Moguer - detta
anche Palos de la Frontera - a disposizione del capitano Colombo, perchè
potesse recarsi in certi luoghi del Mare Oceano, onde compiervi cose im-
portantissime in servizio di Dio e dei Reali.
Le altre Ordinanze riguardavano l'obbligo di favorire Colombo per
l'equipaggiamento e l'armamento completo di tre caravelle - in esse
comprese le due della corvée - di sospendere per il momento i processi
contro i colpevoli di reati comuni, i quali desiderassero arruolarsi con la
spedizione; di esentare dal p~gamento dei dazi di dogana tutti gli oggetti,
viveri e forniture diverse, necessari per la spedizione.
La somma in danaro occorrente per completare ,- assieme alla corvée
palosina - l'allestimento della spedizione colombiana, venne approntata,
per una parte (1.400.000 maravedis) dal Regio Tesoro - a solo titolo d'an-
ticipo - ma, essendone sprovvisto, l'ebbe dal Santangd, il quale, a sua
volta, se ne provvide presso i banchieri genovesi Pinello o Pinelli, Centu-
rione ed altri che tenevano floridissime Case di commercio in Spagna. Il
Santangel e il Pinelli coprivano in quel tempo anche le cariche rispettive
di amministratore e di tesoriere della Santa Hermandad (Santa Fratellanza),
istituzione rivolta a proteggere le province spagnole dal brigantaggio.
Per l'altro milione di maravedis provvide Colombo stesso, il quale, non
possedendolo, lo tolse a prestito da suoi connazionali residenti in Spagna
(possibilmente i genovesi Jacopo Dinegro con scagno (banco) a Siviglia;
Luigi D'Oria con scagno a Cadice; Capatel con scagno a Xeres e il fio-
rentino Giannotto o Zuanoto Berardi, il quale lamentava nel dicembre
1495 di avere compromesso per l'impresa di tre anni prima il patrimonio
suo e dei suoi amici).
Anche in questa circostanza dell'approntamento dei fondi liquidi ne-
cessari per la spedizione, la tradizione popolare ha voluto drammatizzare
la scena ed ha affermato che la regina Isabella, pur di favorire Colombo,
non abbia esitato a dare in pegno le proprie gioie.
A parte che il fatto non sussiste, la tradizione popolare rende, però,
un pessimo servizio, e soprattutto immeritato, ad un funzionario regio,
onesto e devoto alla propria Sovrana, com'era il Santangel, il quale