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moglie) e, d'altra parte, l'Henriquez, la quale sopravvisse 14 anni allo
Scopritore, in parecchi documenti firmò sempre Beatriz Henriquez de
Araiia e non Dona Beatriz Col6n y Henriquez de Araiia, come le sarebbe
spettato di diritto di sottoscrivere se ne fosse stata realmente la legittima
consorte e, analogamente, dopo la morte di Colombo, firmò sempre nella
maniera semplice sopra riportata e mai quale vedova dell'Ammiraglio
Maggiore del Mare Oceano, Governatore e Vicerè delle Indie!

    Altro indizio, è la qualifica di figlio naturale o bastardo, attribuita
da qualche storico coevo a Don Fernando. Vero è, che qualche altro storico
coevo, accennando a Don Fernando, lo avrebbe indicato come « altro figlio
dell'Ammiraglio, oltre Diego figlio legittimo e maggiore », ma pur questa
maniera d'indicarlo ci sembra che possa confermare la tesi dell'illegitti-
mità di Fernando, anzichè negarla. E se Don Fernando era figlio naturale,
Colombo non aveva, dunque, sposato l'Henriquez!

    Orbene, per quanto abbiamo già detto in altra parte di questo lavoro
circa i costumi dell'epoca (v. n. 23), la cosa non pregiudicò mai la condi-
zione dei due fratelli di fronte al pubblico, alla Corte e agli stessi Sovrani.
Difatti, tanto Diego, nato dal legittimo matrimonio di Colombo, quanto
Fernando, nato dalla relazione amorosa con l'Henriquez, a Scoperta av-
venuta li troviamo entrambi a Corte dove coprivano, egualmente e con-
temporaneamente, le funzioni di paggi dell'Infante Don [uan e, dopo l'im-
matura scomparsa di quest'ultimo, della regina Isabella di Castiglia.

    Nel testamento ultimo, poi, Colombo manifestò indizi molto evidenti
di rimorso e di pentimento nei riguardi dell'Henriquez, perchè, raccoman-
dando al figlio Diego di fornire alla madre del fratello Don Fernando
tanto da poter vivere onestamente e dignitosamente, aggiungeva di farlo
per discarico della sua coscienza, giacchè la cosa gli pesava sul cuore per
motivi che non era lecito esporre in quella sede.

    A che cosa di preciso abbia voluto alludere Colombo con quelle parole,
non si riesce a indovinare: al fatto di non averla potuto dichiarare sua
consorte davanti a Dio e davanti agli uomini; oppure al fatto di averla
del tutto trascurata nei rimanenti 16 anni della sua vita, dato che, dopo
il 1491, non esistono indizi i quali possano lasciarci ritenere che sia tornato
a Cordova per rivederla? Misteri dell'anima umana!

    Certo che, nè la felicità offertagli da questa ardente fanciulla andalusa,
nè la dolcezza del tenero rampollo nato dall'invincibile tendenza delle
loro anime a fondersi in una sola, dissuasero Colombo dal suo divisamento
e dai suoi propositi, anzi, continuò con eguale vigore e perseveranza gli
sforzi che dovevano condurlo lontano, per compiere la missione che il
Destino gli aveva assegnato.

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