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per quanto stava in lui e nell'autorità e nel prestigio che gli provenivano
dalla carica rivestita in quell'Ordine così potente e rispettato, avrebbe fatto
tutto il possibile per aiutarlo a raggiungere le proprie aspirazioni e a rea-
lizzare le speranze, che gli si agitavano in seno.
In un ineccepibile documento pervenuto fino a noi, c'è una frase som-
mamente rivelatrice, la quale avvalora le cordiali intese che costantemente
avvinsero frate Marchena e Colombo. È la lettera che il 5 settembre I493,
quasi alla vigilia della partenza dell' Ammiraglio per il suo secondo viaggio
transatlantico, la regina Isabella gli scriveva per dargli notizie e sugge-
rimenti: « Riterremmo opportuno che conduceste con voi un buon astro-
nomo e per tale funzione ci sembrerebbe molto adatto frate Antonio de
Marchena, perchè egli è un buon astronomo e perchè abbiamo potuto
rilevare che ha sempre convenuto con le vostre idee l).
Questa prova documentaria ci sembra che non possa essere più chiara
ed esplicita di quanto dimostra di essere, per rafforzare la tesi sostenuta
nel presente numero.
E, nei rig~ardi dello sdoppiamento della personalità di frate Juan Perez
de Marchena, c'è un altro indizio di prova e, questa volta, è Colombo
medesimo che ci viene in soccorso con una frase rivelatrice inclusa nella
Lettera-relazione che il I8 ottobre I498, trovandosi all'isola Espafiola
/Haiti), inviò ai Sovrani.
Da tale frase risulterebbe in modo chiaro, se non s'incorre in proba-
bili equivoci - perchè tutto è probabile nell'interpretazione di documenti
del passato - che sarebbero stati due e non uno i frati che si prodigarono
per venirgli in aiuto: « ••• tutti coloro che avevano udito e discusso il mio
progetto lo avevano preso a burla, eccetto due frati, che furono costante-
mente favorevoli »,
Vedremo, a suo tempo, quanto abbia operato frate Juan Perez nel pe-
riodo I49I-92 per la più sollecita accettazione del progetto da parte dei
Reali e per la migliore preparazione della spedizione.
Frate Marchena dovette, probabilmente, concertare con Colombo una
specie di piano d'azione che sarebbe stato svolto subito dopo e, soprattutto,
dovette munirlo di valide commendatizie per ricchi e potenti signori della
regione andalusa, quali ad esempio i Duchi di Medina Sidonia e di Me-
dina Celi, come pure per qualche altissimo prelato aggregato alla Corte
od anche fuori di essa.
Queste commendatizie costituirono, se mai, i primi anelli di quella
catena di presentazioni e di udienze che Colombo sollecitò. A Siviglia,
avrebbe potuto tentare altre vie ugualmente concorrenti per il raggiungi-
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