Page 60 - SCIENZA IN CITTA'
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Aborigeno della regione del Queensland
in Australia, con una lancia dotata di punta
in pietra scheggiata.
In basso: cuspidi di lancia che dimostrano una
notevole abilità nella lavorazione della pietra.
San Pietro in Vincoli, dove lo studioso di-
sponeva di un unico locale per svolgere la
sua attività didattica e scientifica. Qualche
anno dopo, nel 1887, le prime collezioni
osteologiche raccolte da Sergi furono tra-
sferite nell'edificio del Collegio Romano,
dove trovò una sede più idonea anche l'Isti-
tuto di Antropologia.
Scienziato fecondo, famoso soprattutto per
le numerose opere di classificazione e di si-
stematica antropologica, fondatore, oltre
che del Museo, della Società Romana di An-
tropologia e degli Atti (oggi Rivista di An-
tropologia), Giuseppe Sergi fu un innovato-
re. A lui va il merito di aver valorizzato gli
elementi biologici e naturalisti di dell'antro-
pologia, disciplina che fino a pochi anni pri-
ma veniva insegnata nelle facoltà umanisti-
che, contribuendo a farle acquisire rigore
scientifico e a renderla aderente alla defini-
zione di vera "storia naturale" dell'uomo.
Oltre ad adoperarsi attivamente per arric-
chire il museo di preziose collezioni e per ot-
tenere maggiori spazi per la sua attività,
Sergi fece diventare questa struttura un
centro vivo di studio e di scambi culturali.
Nell'1916, quando per raggiunti limiti di età
Giuseppe Sergi lasciò l'Università, gli suc-
cedette nell'insegnamento e nella direzione
dell'Istituto e del Museo il figlio Sergio, suo
discepolo, autore di analisi comparative sui
crani e sui cervelli umani e dei Primati e pa-
leoantropologo di fama internazionale. Ri-
sale al 1938 il trasferimento del Museo, co-
me pure dell'Istituto di Antropologia, nella
sede attuale, un edificio costruito apposita-
mente all'interno della città universitaria.
Anche oggi il Museo è sede di attivi scambi
culturali con studiosi di tutto il mondo, atti-
rati dalle rare collezioni e da alcuni reperti
di eccezionale valore. Tra questi ultimi i più
famosi sono certamente i due crani nean-
derthaliani detti di Saccopastore. Custoditi
in una vetrina posta sullo sfondo di una vi-
vace ricostruzione dell'ambiente dell'ulti-
mo periodo interglaciale, essi sono stati i
protagonisti della mostra L'uomo di Sacco-
pastore e il suo ambiente, tenutasi presso il