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                                                                 quadra di trinchetto
 rono sei giorni a sorpassare la Nñia, dandole una batosta an-   cero strambare la n
 che più dura di quella patita durante la tempesta a ovest del-  no una rotta verso s
 le Azzorre.                                                     ta e vento al giardin
                                                                 dopo aver fronteggi
I problemi cominciarono il 26 febbraio. Il vento girò a          difficile manovra se
sud-est, costringendo la Nñia a cambiare rotta per est-nord-     il vascello favorito
est. «E stato terribile», scrisse Colombo, « sopportare una
tempesta simile quando si era già alle porte di casa. » Il          Quando il 4 mar
giorno seguente sia il vento sia il mare rinforzarono, e per     montorio di capo R
tre giorni la nave fu ulteriormente allontanata dalla sua rot-   gne di Sintra, appen
ta. Nella notte del 2 marzo il fronte caldo della tempesta       sola vela quadra a s
raggiunse la Nñia, il vento girò a sud-ovest, e la nave fu in    nave, l'ammiraglio
grado di riprendere la rotta; nel corso della stessa notte però  gere Lisbona per ria
il fronte freddo la colse di sorpresa con un fortunale che       di doppiare il capo
squarciò la vela maestra e strappò i matafioni delle vele am-    gna. Egli sapeva pe
mainate di trinchetto e di mezzana, riducendole a brandelli      a mettersi nelle man
in pochi minuti. Colombo fece l'unica cosa che poteva fare:      che due volte lo ave
procedette alla cappa. La Niña rollava e beccheggiava terri-     vano anzitutto a Co
bilmente sul mare agitato, finché il 3 di marzo il vento girò    alla Spagna e salva
nuovamente a nord-ovest. Si trattava della « coda» del ci-       all'alba, la Niña gir
clone e, come nell'uragano che ha colpito il New England         scais, dove i pescat
l' 11 settembre 1954, fu anche peggiore del fronte anteriore.    che arrivava dal ma
Non appena il buio pomeriggio invernale declinò, l'ango-         l'imboccatura del fi
scia a bordo crebbe. Colombo e i piloti sapevano dalla posi-     lém, il porto esterno
zione stimata che stavano andando dritto contro le coste fra-
stagliate del Portogallo, e che solo un miracolo poteva evi-        Il fatto di essere
tare loro di naufragare sulle scogliere.                         dopo essere stati co
                                                                 al navigatore una m
   Poco dopo le sei, al tramonto del sole, sopravvenne la        rilassamento. Ma l'
crisi. I fulmini lampeggiavano in cielo, grandi ondate si ro-    avevano ancora di c
vesciavano a bordo da dritta e da sinistra, il vento soffiava    to essere riarmata p
così forte che sembrava sollevare la caravella in aria. Fortu-   gna; re Giovanni lo
natamente era una notte di luna piena, e quindi filtrava luce    cesso alla Pinta?
sufficiente attraverso le nuvole: questo permise alle sette di
avvistare terra dritto di prua, a una distanza di circa cinque      La prima reazion
miglia. Colombo allora cambiò le mure, eseguì cioè una           meggiata accanto a
strambata, la difficile manovra ben nota a ogni vecchio ma-      guerra al comando
rinaio, con la quale si guadagna il largo avendo la costa sot-   capo di Buona Sper
tovento. La costa correva da nord a sud, il vento soffiava da
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