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re (sistema del resto adottato di recente dal re per elimina-
un fastidioso cognato), ma fortunatamente egli rifiutò. Il
dovette inoltre ammettere che questi prigionieri indiani
pparivano molto differenti da tutti gli africani che aveva
sto o di cui gli avevano riferito. Due di loro lo impressio-
arono costruendo una rudimentale carta delle Antille con
ei fagioli; il re infine si convinse, e prese a battersi il petto
sclamando: « Perché mai mi sono lasciato sfuggire una co-
meravigliosa occasione? »
Questi indiani erano effettivamente ottimi geografi. Rac-
ontarono a Colombo, che lo registrò nella sua Lettera del
rimo viaggio, che un'isola chiamata Matinino era, fra le
ole caribiche, la più vicina alla Spagna, e che la seconda
ordine di vicinanza era Charis (Dominica). Erano cogni-
oni abbastanza corrette, e infatti l'ammiraglio, come avre-
o modo di vedere, nel secondo viaggio fece rotta diretta-
ente per quell'angolo strategico delle Piccole Antille.
L'Il di marzo Colombo e il suo seguito ripartirono, scor-
ti da una pattuglia di cavalieri, e fecero una deviazione
er rendere omaggio alla regina del Portogallo, al convento
Sào Antonio de Castanheira. L'ammiraglio era così stre-
ato dal viaggio a dorso di mulo che finì col lasciare la ca-
alcatura ad Alhandra sul Tago, dove noleggiò una barca
er discendere il fiume verso la Nñia. Durante la sua assen-
a la nave era stata riarmata con una nuova muta di vele e
sartiame, e aveva imbarcato provviste fresche, legname,
cqua, nonché una botte di vino. Era dunque pronta per
ultima tappa del viaggio, con tutto l'equipaggio a bordo:
mattina seguente, 13 marzo, la piccola, valorosa caravel-
salpò l'ancora da Lisbona.
Strano a dirsi, la Pinta la stava seguendo, non visibile,
a non lontana a poppa. Avendo perso la rotta per le Az-
orre non aveva sofferto l'ultima terribile burrasca che si
a scatenata sopra la Niña, ed era approdata al porto di
ayona presso Vigo nella Spagna settentrionale verso la fi-
e di febbraio. Martin Alonso Pinzon, che Colombo aveva
ospettato di mirare a precederlo in patria con la grande no-