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zar di Cordova. Isabella la Cattolica fu una sovrana di rara
abilità e capacità in un'epoca di re potenti. Aveva un note-
vole intuito nello scegliere l'uomo giusto per un incarico e
per fare le cose nei momenti adatti. Era più o meno coeta-
nea di Colombo, col quale condivideva anche il tempera-
mento e in parte l'aspetto: occhi blu e capelli ramati. Il suo
matrimonio con Ferdinando d'Aragona aveva riunito tutte
« le Spagne », eccetto il Portogallo, del quale era alleata, e
ciò che rimaneva del califfato moresco di Cordova, che ella
era decisa a conquistare. Alcune scintille di comprensione
si accesero evidentemente fra Cristoforo e Isabella sin dal
loro primo incontro; e sebbene ella respingesse più di una
volta 1'impresa, egli scoprì alla fine di poter contare sul suo
appoggio. In questa occasione la regina nominò una specia-
le commissione sotto la guida di Remando de Talavera, suo
confessore, per esaminare il grande progetto e stabilire se
dovesse accettarlo, rifiutarlo o lasciare che fosse Medinace-
li a occuparsene.
Cominciò quindi un periodo, durato quasi sei anni, che
fu il più infelice della vita di Colombo. Egli doveva soste-
nere una continua battaglia contro il pregiudizio, le offese e
l'assoluta indifferenza. Era un uomo orgoglioso e sensibile,
sapeva che il suo progetto era realizzabile e che avrebbe
aperto nuove strade alle imprese marinare; e tuttavia dove-
va sopportare plateali dileggi e facezie da parte di cortigiani
ignoranti, di essere trattato alla stregua di un mendicante e
conoscere periodi di indigenza. Egli imparò per esperienza
il significato della frase cosas de Espana, 1'irritante tenden-
za a temporeggiare tipica degli spagnoli, che non sembrava-
no mai in grado di prendere una decisione, di pianificare
con ordine o di operare una scelta senza il pungolo di qual-
che favore. Negli ultimi anni della sua vita egli accennava
spesso con astio a queste esperienze, e con notevole man-
canza di tatto metteva a confronto 1'enorme ricchezza e po-
tere che aveva procurato alla Spagna con i suoi sforzi lun-
ghi e dolorosi per farsi ascoltare.