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                                                                  ta.
spartì l'afflusso del traffico commerciale con Puerto Bel-        ma
lo, e che venne poi saccheggiata dagli uomini di Francis          ni e
Drake. La flotta rimase ferma per dieci giorni, facendo           zio
qualche piccola riparazione alle navi mentre il vento conti-      ma
nuava a soffiare da levante. Ancora una volta, comunque,          into
Colombo perse l'occasione di stabilire un insediamento nel        le s
posto giusto.                                                     suo
                                                                  talm
   La successiva fermata venne fatta presso un porticciolo        asp
chiamato El Puerto del Retrete, che corrisponde all'attuale       sta
Escribanos. La cala era così piccola che le quattro navi fu-      que
rono costrette ad accostarsi lungo le rive come se fossero        na
attraccate alla banchina. Per gli uomini d'equipaggio fu fa-
cile scendere a terra e recarsi nei villaggi vicini a fare qual-  anc
che commercio privato sotto la protezione di un fucile: na-       Pan
turalmente gli indigeni reagirono a tali abusi, e un gruppo       no
di loro si raccolse sulla spiaggia minacciando gli spagnoli;      la b
solo dopo che l'ammiraglio ne ebbe abbattuto qualcuno con         l'av
un'arma da fuoco il raduno si disperse.                           del
                                                                  del
   Stanco di dover far fronte al vento orientale, Colombo         gen
decise di ritornare a Veragua e di rincalzare il quantitativo     sol
d'oro prelevato agli indigeni. Il 5 dicembre la flotta fece       rag
dunque ritorno a Puerto Bello. Il giorno seguente il vento        abb
girò di nuovo con brusca violenza a ponente: insomma per          con
un mese le caravelle furono costrette dal vento a fare la spo-    sa
la fra Puerto Bello e un punto situato presso la foce del fiu-    le.
me Chagres. La corrente cambiava sempre con il vento, e           mig
non c'era verso di contrastarla. Le condizioni atmosferiche       imp
erano pessime. «Non dico che piovesse », scrisse Colom-
bo, «era piuttosto come se fossimo incappati in un nuovo
diluvio», con tuoni e lampi ogni volta che il vento mutava
direzione. La flotta venne anche minacciata da una terrifi-
cante tromba marina, ma essa passò senza causare danni;
l'ammiraglio l'aveva esorcizzata leggendo ad alta voce il
Vangelo di Giovanni, là dove narra della famosa tempesta
sul mare di Galilea, concludendo con le parole: «Non te-
mere, sono io ». Poi, tenendo la Bibbia stretta nella mano
sinistra, egli aveva alzato la spada al cielo tracciando un se-
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