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 iempivano di debiti per procurarsi abiti e scarpe che non
erano in grado di farsi da soli.

   Ferdinando e Isabella trovarono ragionevoli le richieste
del loro viceré. Ordinarono all'arcidiacono Fonseca, orga-
nizzatore della flotta, di predisporre rapidamente l'invio di
sementi, radici e bestiame, e di assicurare all'ammiraglio
 utti gli altri rifornimenti che aveva sollecitato. L'unica ri-
chiesta che ritennero di non soddisfare fu quella riguardante

 vestiti e le scarpe.
   Colombo mandava anche a dire di aver spedito in patria

alcuni dei « cannibali» catturati a St. Croix, affinché fosse-
 o convertiti, emendati delle loro abitudini bestiali e istruiti
con i primi rudimenti della lingua castigliana, in modo da
poterli poi utilizzare come interpreti. Egli aveva sviluppa-
 o l'idea (alla quale faceva cenno già nella Lettera del pri-
mo viaggio) che l'esportazione dei caribi o di altri schiavi
 ndigeni potesse essere un grosso affare, e si proponeva
di esplorare l'arcipelago a questo scopo. A quei tempi la
schiavitù era considerata un fatto naturale sia dai cristiani
sia dai musulmani (i quali la praticano ancora) e Colombo
non ebbe dubbi sulla legittimità morale della proposta. Se
anche ne avesse avuti, li avrebbe allontanati osservando che
e popolazioni native usavano farsi schiave le une con le al-
re: e dunque se loro lo fanno, perché non avrebbero dovuto
 arlo anche gli europei, che in più convertivano gli schiavi
c quindi salvavano le loro anime? I sovrani non accolsero
con particolare favore questa proposta di Colombo, e si ri-
servarono di esprimere il loro giudizio quando avessero ac-
quisito maggiori informazioni al proposito. Isabella finì poi
per proibire il commercio di schiavi, ma solo dopo che esso
si era rivelato un fiasco dal punto di vista finanziario.

   L'ammiraglio concludeva il suo memoriale con generose
espressioni nei confronti del dottor Chanca e di altri subor-
dinati, per i quali chiedeva ai sovrani un aumento di salario;
suggeriva inoltre di mettere anche i duecento gentiluomini
volontari sul libro paga della corona, in modo da renderne
più agevole il controllo.
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