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12. La prima colonia
COLOMBO, che conosceva già la colonia di tipo commerciale
grazie ai viaggi compiuti agli stabilimenti genovesi di Chi o
e a quelli portoghesi di Sào Jorge da Mina in Africa, aveva
intenzione di fondare una colonia del genere a Hispaniola.
Era infatti convinto che avrebbe avuto a che fare con una
florida razza orientale in possesso di metalli preziosi, gem-
me e spezie, ben felice di scambiare i propri prodotti con
merci europee. L'idea era valida, o meglio sarebbe stata ta-
le se le premesse fossero state corrette, come in seguito di-
mostrarono portoghesi e spagnoli con i loro insediamenti di
Goa in India, Macao in Cina e Manila nelle Filippine.
Sfortunatamente per Colombo, in questo caso le premes-
se non erano corrette. Egli aveva in effetti notato nel corso
del suo primo viaggio che gli « indiani» avevano poco da
vendere e ben pochi bisogni, ma a rinnovare le sue speranze
c'erano i racconti indigeni sull 'oro del Cibao.e la convinzio-
ne che il dorato Catai fosse da qualche parte lì vicino, appe-
na dietro l'angolo.
Così, l'insediamento di Isabela venne istituito come cen-
tro di scambi commerciali. Di certo non era il luogo ideale
per un progetto del genere. Tutte le prime stazioni colonia-
li europee in America vennero stabilite in posti impossibi-
li: quella dell'isola di Roanoke, ad esempio, o quella del-
l'isola di Dochet sul fiume St. Croix. Isabela non fece ec-
cezione. Non vi erano sorgenti vicine, né un vero e proprio
porto, solo una rada aperta a settentrione e a occidente. Il
luogo era infestato dalle zanzare della malaria. Ma Colom-
bo aveva una gran fretta di sbarcare i suoi uomini e di ri-
mandare le navi verso casa. Aveva sprecato un mese nella
ricerca di un luogo adatto, sobbarcandosi un'incombenza
che sarebbe invece spettata alla guarnigione di Navidad;
anche dell 'oro che essi avrebbero dovuto raccogliere non
vi era traccia. Era quindi diventato necessario forzare i
tempi, e iniziare senza altri indugi l'attività commerciale in