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miglia Gallo, la famiglia che diede il futuro Cancelliere al Banco delle
Compere o di San Giorgio.
Antonio Colombo, che nel I449 troviamo, invece, a Genova quale
custode della Torre del Faro, ebbe 5 figli: Giovanni Antonio o Giannetto,
Matteo, Amighetto, Tommaso e Andrea. I primi tre li abbiamo già incon-
trati nello studio del notaio G. B. Peloso, dove l'Il ottobre I496 stipula-
vano la nota convenzione di porre a carico comune la spesa necessaria
affinchè Giannetto si recasse a trovare in Spagna il cugino Cristoforo, Am-
miraglio di quel Re.
Il secondo, cioè Domenico, che era nato nel I4I8, lasciò presto la casa
paterna, perchè nel I429, ossia all'età di appena undici anni, lo troviamo
nella vicina città, dove apprende il mestiere di tessitore presso Guglielmo
di Brabante, maestro espertissimo in quell'arte. All'età di 2I anni (I439),
Domenico era già maestro nell'arte di tessere panni ed esercitava tale me-
stiere in Genova; se non che ebbe da Madre Natura spirito irrequieto e
intraprendente e tutta la sua vita fu caratterizzata da grande mobilità,
esplicatasi non soltanto con i vari cambiamenti di sede, ma, altresì, col fre-
quente cambiamento della propria occupazione. In ciò, Domenico Co-
lombo non smentì il carattere distintivo della razza, per cui i Genovesi
d'ogni tempo sono animati da mirabile attività, quasi una febbre d'ope-
rosità e di lavoro, e non è sua colpa se la fortuna non gli si mostrò mai
abbastanza propizia, dato che si possono rilevare qua e là le tracce dei
debitucci contratti per ragioni di commercio.
E così, dopo Genova, troviamo Domenico di ritorno a Quinto verso
la fine del I445, poi ancora a Genova dove negli anni I447-48 e I450-5I
copre la carica di Custode della Porta dell'Olivella, nel Borgo dei Lanieri,
indi a Savona, dove risiede per parecchi anni e dove nel I474 compera
da Corrado da Cuneo una casa di campagna in Lègino di Valcalda. Nel
I49I lo si ritrova di bel nuovo a Genova. Da cardatore a tessitore di lana,
da tessitore a formaggiaio, a tavernaio, a mercante e mediatore in genere,
fino a trattare la compra-vendita e la locazione di terreni e poderi.
I proventi della custodia della Porta dell'Olivella dovevano essere ad-
dirittura irrisori, se Domenico Colombo non cercò di mantenere la carica.
Difatti, la custodia delle porte cittadine in Genova, oltre ad essere, in
genere, scarsamente retribuita, dava per quella dell'Olivella un provento
minore delle altre, perchè, trattandosi di porta. di secondarissima impor-
tanza per la città, di transito quasi nullo, richiedeva prestazioni limitatis-
sime da parte del Custode.
b) I genitori e i fratelli. - Intorno al I445, Domenico aveva contratto
matrimonio con Susanna Fontanarossa, originaria dalla vallata del Bi-