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15. La data di nascita. - Il turista italiano o straniero che, giungendo
a Genova e accingendosi alla visita dei monumenti e delle curiosità citta-
dine, chiede della Casa di Colombo, viene condotto nel cuore dei quar-
tieri orientali - dove il piccone demolitore ha aperto sul posto di vecchis-
sime abitazioni e di angusti vicoletti (carruggi) una bella piazza intitolata
all' Altissimo Poeta - dinanzi ad una bassa costruzione, ora isolata, in
gran parte rivestita d'edera verdissima, ed avente sulla facciata una lapide,
apposta dal Comune, per perpetua ricordanza.
Fino a qualche tempo fa, sulla facciata c'era, altresì, una targhetta con
la cifra 37, appunto perchè l'ubicazione di questa casetta corrispondeva
al numero civico 37 del Vico Dritto di Ponticello - ormai per intero
cancellato dalle demolizioni - nel Borgo di S. Andrea, a ridosso della
Porta omonima o Soprana, che era la porta orientale della vecchia città.
Il Vico prendeva nome da un ponticello che, in origine, scavalcando il
luogo di Portoria, collegava il piede del poggio di S. Andrea, su cui sorge
la Porta Soprana, col piede del poggio di Carignano.
L'additata costruzione non è affatto la casa in cui lo Scopritore aprì
gli occhi alla luce del mondo e neppure, a rigore, quella in cui venne
ad abitare all'età di circa sei anni e che, da più di due secoli e mezzo,
non esiste più.
La casa natìa del Genovese, concessa in enfiteusi dai Monaci di S. Ste-
fano (la chiesa parrocchiale di Colombo) al di lui padre Domenico, che
negli anni 1450-51 era tornato ad essere custode della Porta dell'Olivella,
sorgeva nel Borgo dei Lanaiuoli e, precisamente, in Vico dell'Olivella,
presso la Porta omonima. Di essa casa, come pure del Vico e della Porta,
non esiste più traccia alcuna. Il paraggio, che fa parte dello storico e po-
polare rione di Portoria - il rione che ci ricorda anche la nobildonna
Caterina Fieschi Adorno, più tardi ascesa all'onore degli altari, Paolo da
Novi e il gesto eroico di G. B. Perasso (Balilla) - può essere identificato
con parte dell'area occupata dal Palazzo di Pammatone (ora non più adi-
bito ad Ospedale degli Infermi) e con l'adiacente via Bartolomeo Bosco.
Gli stessi Monaci di S. Stefano, con Atto IO gennaio 1455, concede-
vano in enfiteusi al padre di Colombo il terreno di Vico Dritto di Ponti-
cello, sul quale sorse la casetta che la famiglia del N avigatore venne poscia
ad abitare (Cristoforo contava allora circa sei anni d'età). Nel 1684, però,
la casetta fu demolita e nel '700 fu edificata l'attuale sull'area di quella.
Anche il piccolo Chiostro rettangolare a colonnine binate, detto di S. An-
drea, che oggi s'ammira dietro la Casa di Colombo, fu lì ricostruito, ma,
in origine, sorgeva sulla spianata della collinetta demolita nel 1893 e sulla
cui area si eleva ora il Palazzo della Banca d'Italia.
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