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Ancora: ai piedi della statua predetta, l'appassionato cap. D'Albertis
fece incidere questi versi:
Al sol che tramontava sull' infinito mondo
Chiedeva Colombo giooinctto ancora
Quali altre terre, quali altri popoli
Avrebbe baciato ai suoi primi albori.
Questa, non c'è che dire, è una bella immagine poetica, ma abbiamo
forti dubbi che Colombo giovinetto pensasse alle altre terre che il sole per
lui tramontante andava ad illuminare, oppure, come immagina lo scul-
tore Monteverde, che pensasse al mondo ignorato, che avrebbe scoperto
quando sarebbe stato adulto. In quella sua età tenera, avrà, più probabil-
mente, giocato con le piastrelle, o con le bocce, o con la trottola, o a
cavalluccio, nei pressi del porto, assieme ai suoi coetanei, intrattenendosi
all'ombra del palazzotto della Malapaga, o della Torre dei Greci, op-
pure si sarà tuffato in mare per prendere gamberetti e granchiolini anni-
dati fra gli scogli esterni di quel Molo che il monaco cistercense Frate
Oliverio aveva costruito, un paio di secoli prima, ai piedi della collina di
Sarzano.
Del resto, riteniamo che la conoscenza dei particolari biografici relativi
all'adolescenza di Colombo non avrebbe alcuna importanza nei confronti
di quello che egli operò un buon quarto di secolo più tardi, ed è indice
di onestà e di scrupolosità storica sorvolare su di essi, per non alimentare
nel pubblico profano preconcetti errati circa la precocità, o meno, che il
futuro Scopritore avrebbe dimostrato nei suoi verdi anni.
In base a quali elementi lo storico potrebbe affermare che Colombo
abbia avuto un'adolescenza pensosa o spensierata, che appena fuori degli
anni della puerizia abbia avuto in mente idee che, molto più tardi, non
sarebbero riuscite a convincere del tutto neppure i dotti e i sapienti del-
l'epoca?
Nel caso di Colombo giooinetto, la meditazione che interrompe la let-
tura d'un libro - certo interessante - libro che resta socchiuso fra le
mani, presuppone che il Soggetto abbia saputo leggerlo e comprenderlo.
Ma, allora, i libri di cultura naturalistica si scrivevano in latino e, a quel-
l'età, un ragazzo del popolo avrebbe potuto farlo?
Sul proposito della conoscenza della lingua latina, è - anzi - pro-
babile che l'adolescente Colombo, dopo avere scorto per migliaia di volte
l'orgogliosa epigrafe latina che campeggia presso l'arco di Porta Soprana,
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