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vano in alcune lettere private di Colombo, nonchè in alcuni Atti notarili
rinvenuti negli Archivi della Superba. Così:

       r" la lettera in data 21 marzo 1502 diretta al genovese Nicolò Ode-
rigo, a cui Colombo confidò - prova di stima e di fiducia somma - nien-
temeno che copie di lettere e di privilegi concessigli dai Re Cattolici, per-
chè, per ogni buon fine, venissero custoditi fuori di Spagna, ad eventuale
salvaguardia dei diritti propri e dei propri eredi;

       2° la lettera in data 2 aprile 1502 indirizzata al Banco di S. Giorgio
di Genova - lettera che s'inizia con la nostalgica frase: Benchè il corpo
cammini qua, il cuore sta lì di continuo - oggi conservata presso gli Uffici
del Comune di Genova (Palazzo Doria-Tursi) e in cui offre la donazione
del decimo delle proprie rendite a sgravio delle gabelle sul grano ed altre
derrate commestibili;

       3° la lettera 27 dicembre 1504 all'anzidetto Messer Nicolò Oderigo,
in cui lamenta la scortesia usatagli dal Banco di S. Giorgio non rispon-
dendo a quella contenente la munifica donazione, mentre il Banco, in data
8 dicembre 1502, gli aveva regolarmente risposto ringraziando l'amatissimo
concittadino per l'affetto dimostrato verso la originaria patria, rendendola
così partecipe della sua fortuna (ciò risulta dalla relativa minuta conservata
nell'Archivio di Stato di Genova), ma tale risposta mai pervenne a Co-
lombo, per cui questi non confermò la donazione nei testamenti successivi.

     E passiamo al secondo gruppo di fonti, quello degli Atti notarili che,
a partire dall'anno 1887, balzarono fuori dagli Archivi della Superba.
Questi documenti, di grande valore storico, misero la questione della ge-
novesità in termini non facilmente abbattibili.

     Uno di tali documenti, scoperto appunto nel 1887 da un diligente stu-
dioso ligure, il marchese Marcello Staglieno, è una convenzione stipulata
l'Il ottobre 1496 in Genova, presso il notaio G. B. Peloso, con la quale i
fratelli Giovanni Antonio (Giannetto), Matteo e Amighetto, figli del fu
Antonio Colombo, fratello di Domenico, padre del Nostro, stabiliscono
di mettere a carico comune la spesa occorrente perchè uno di loro si rechi
a trovare il proprio cugino germano Cristoforo, Ammiraglio del Re di
Spagna. Difatti, Giannetto Colombo si recò, poi, in Spagna ed ebbe, poco
dopo il suo arrivo colà, il comando d'una delle navi appartenenti al con-
voglio della terza spedizione transatlantica.

     Un altro documento, scoperto nel 1904 dallo studioso ligure, generale
   go Assereto, riguarda una dichiarazione giurata rilasciata dal Nostro il
 25 agosto 1479, presso il notaio Gerolamo Ventimiglia, ad istanza del nobile
 Ludovico Centurione. Costui aveva sborsato nel precedente anno la somma
 di ducati 1290, consegnandola a Paolo Dinegro, affinchè, dovendosi recare
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