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A questo punto, comincia a vacillare la fiducia nella presenza dello
stretto in quel luogo e, ritenendo di averlo sorpassato senza scorgerlo, il
5 dicembre decide di tornare sulla propria scia. Tale ostinazione di ricer-
care lo stretto di mare proprio nella regione in cui la Natura aveva creato
uno stretto di terra e dove 4 secoli più tardi la mano dell'uomo doveva
aprire il passaggio che Colombo allora cercava invano, è addirittura im-
pressionante!

    E dire che, se 1'Ammiraglio si fosse trovato in buone condizioni di
salute, avrebbe quasi certamente fatto degli sbarchi e cercato di verificare
quanto asserivano gli indigeni circa la vicinanza dell'altro mare e, difatti,
sarebbe bastato ascendere le alture, poco elevate, dell'istmo di Panamà per
scorgere dalla parte del versante opposto il Mare del Sud, anticipando così
d'un decennio la scoperta che, dalle alture del Darien, fece Vasco Nufiez
de Balboa il 13 settembre 1513.

    99. Veragua aurifera e funesta! - Alla decisione colombiana di ritor-
nare sulla propria scia non corrispondevano benigni gli elementi: mare
e cielo si mostravano addirittura avversi!

    Colombo tentò di riparare a Puerto Bello, ma, sul punto di entrarvi,
venne ricacciato in alto mare e vi errò per circa otto giorni senza alcuna
requie. Lampi accecanti incendiavano i settori dell'orizzonte, tuoni formi-
dabili rumoreggiavano sinistri, onde gigantesche e frementi sballottavano
quelle misere, malandate caravelle, le quali reggevano per un miracolo
della Divina Provvidenza - secondo la frase solita dell'Ammiraglio -
mentre lui dal suo giaciglio subiva impotente quel tumulto degli ele-
menti in furore.

    Il 13 dicembre un grido d'orrore dell'equipaggio lo fe' balzare dal
suo letto di dolore e uscire barcollando sul cassero. A qualche miglio si
scorgeva una colossale tromba marina che roteando e sibilando s'avvici-
nava alle navi.

    Queste meteore, allora poco studiate, erano credute dai naviganti opera
del demonio. L'Ammiraglio fa accendere subito dei fanali con candele
benedette dentro, cinge la spada sopra il cordone di S. Francesco, si fa il
segno della Croce, snuda la spada e traccia con essa un gran segno di
Croce nell'aria, indi circoscrive sul cassero, con la punta della spada, un
cerchio intorno alla sua persona e, ad alta voce, recita l'inizio del Vangelo
di San Giovanni: « In principio era il Verbo, e il Verbo era appl'esso Dio,
ed il Verbo era Dio. Questo era nel pensiero appresso Dio. Tutto si fece
per mezzo di Lui e senza di Lui nulla fu fatto di quanto si fece. In Lui
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