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La traversata dell'Oceano fu quanto mai rapida, perchè, dopo 16 giorni,
dacchè s'erano perdute di vista le più occidentali delle Canarie, l'armatella
giungeva nelle acque di un'isola delle Piccole Antille (S. Lucia) e, subito
dopo (15 giugno), approdava all'isola di Matinino (Martinicca), dove rin-
novava la provvista d'acqua, di legna e di viveri freschi e dava agio ai
marinai di attendere alla lavatura della propria biancheria e di riposarsi
alquanto.

    Ripresa, dopo tre giorni, la navigazione, l'Ammiraglio passava a mez-
zodì dell'Isola San Juan (Puerto Rico) e dirigeva su Santo Domingo, nella
fatale isola dell 'Espafiola,

    Era sua intenzione approdare in un porto ove potesse cambiare una
delle sue caravelle - la Santiago de Palos - in quanto che s'era dimo-
strata difettosa e debole nell'alberatura, oltre che lentissima, il che obbli-
gava le altre navi dell'armatella a ridurre la propria velocità, per non la-
sciarla indietro, abbandonandola a se stessa.

    Non era, quindi, velleità o capriccio quello di Colombo, che lo faceva
correre verso l'infrazione d'un divieto emanato dai Sovrani, bensì un caso
di forza maggiore, ossia ciò che in marineria si definisce caso di « rilascio
forzato ».

    A Santo Domingo c'erano abbastanza navi disponibili, specie dopo
l'arrivo colà del nuovo Governatore Ovando - che ne aveva condotto
dietro 32 in pomposo corteo - e se non fosse riuscito ad ottenere il
cambio con la Santiago de Palos, l'Ammiraglio non avrebbe esitato a com-
perarne o noleggiarne altra, pagando del proprio, e ciò perchè l'ulteriore
permanenza della Santiago in squadra, poteva compromettere il felice
esito della spedizione.

    Pertanto, il 29 giugno, ancorava ad una lega di distanza dal porto di
Santo Domingo e mandava a terra il capitano della Gallego, il fido Pedro
de Terreros, colui che, durante la terza spedizione, l'Ammiraglio, amma-
lato di gotta e d'oftalmia, aveva incaricato di fare le proprie veci scen-
dendo sulla terraferma di Parla e prendendone possesso in nome dei Reali.
Era stato, quindi, il primo spagnolo che aveva messo piede sul Continente
americano.

    Purtroppo, il Terreros tornò dall'Ammiraglio con una .cruda risposta
dell'Ovando: « Niente da fare!». L'ordine dei Reali era di non lasciarlo
approdare all'Española e lui, ligio a quegli ordini, non avrebbe osato con-
travvenirvi per tutto l'oro del mondo!

    Il rigoroso e poco francescano Frate Ovando ignorava le buone regole
vigenti nella marineria per la più pronta assistenza in caso di necessità.
In tali casi, non è lecito discutere o tergiversare, ma si deve far di tutto
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