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scoperta che potesse completare l'impresa, per la quale lottava da un
decennio.
Certo che, fra tutti gli avvenimenti di quegli ultimi anni, ce n'era
stato uno il quale l'aveva posto in una situazione alquanto imbarazzante.
Ai primi di settembre del 1499 era rientrata nella foce del Tago, con
provenienza dalla mèta ambita, l'armatella che, uscitane due anni prima
al comando di Vasco da Gama, aveva approdato a Kalicut, nell'India clas-
sica, terra - per eccellenza - delle spezierie e di altri pregiati prodotti.
Sebbene lunghetta, quella via era ormai aperta e promettentissima. Le
ricchezze di quelle regioni dell'Asia avevano cominciato ad atRuire in
Portogallo e, di conseguenza, l'impresa colombiana n'era rimasta scredi-
tata, perchè la seducente mira di raggiungere, mediante una via occiden-
tale, comoda e breve, le terre asiatiche, e di giungervi prima ancora dei
Portoghesi, era, francamente, fallita. Difatti, dopo i tre tentativi colom-
biani e quelli di altri navigatori, non si era riusciti ad alcunchè di positivo,
nè i ricchi prodotti dell'Asia s'eran visti e, purtroppo, chi pagava le spese
di quei vani tentativi, erano i poveri indigeni nudi, tradotti in schiavitù
sui mercati europei.
Nessuno prestava, ormai, fede a Colombo e alle sue affermazioni, sem-
pre ottimiste e fiduciose nel successo finale, nonostante lo smacco da parte
portoghese e, anzi, tutti erano convinti che l'astro del Grande Genovese
fosse tramontato, e per sempre.
Tuttavia, infervorato dall'idea - che per lui assumeva certezza mate-
matica - dell'esistenza dello stretto di mare o passaggio al Mar Gange-
tico, riusciva a convincere la regina Isabella sui due pu?~i essenziali se-
guenti: anzitutto che, dati i sacrifici compiuti, era necessario completare
l'opera, anche per non lasciare al Portogallo il totale godimento del ricco
bottino e, poi, che lui metteva ancora volontieri la propria opera a dispo-
sizione dei Reali per il raggiungimento dell'anzidetto scopo. Conseguen-
temente, otteneva l'assenso per una quarta spedizione, nella quale, però,
avrebbe dovuto astenersi dal toccare, per misura precauzionale, l'isola del-
l'Espaiiola.
Subito dopo, l'Ammiraglio lasciava Granata per Siviglia, onde atten-
dere ai necessari preparativi.