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deli, e ne avevano dato evidente prova con la lotta combattuta per secoli
contro i Mori maomettani, oppressori del loro popolo. Per queste ragioni,
essi non potevano vedere di buon occhio la concessione pontificia fatta al
Portogallo ed è logico che cercassero d'infrangere la condizione di privi-
legio stabilita ad esclusivo vantaggio di quel Paese. Il loro sentimento na-
zionale reclamava un giusto riconoscimento dei loro sforzi e perciò chie-
devano, oltre alla libertà di navigazione sul Mare Oceano, l'affermazione
del principio della cosa di nessuno (res nullius) per le terre d'eventuale
scoperta non abitate da Cristiani.

    Il 6 marzo 1480 le due Potenze antagoniste si accordavano a Toledo,
concludendo un Trattato in base al quale si riconosceva al Portogallo la
piena giurisdizione sulla costa di Guinea, sulle isole Madera, Azorre e
Capo Verde e su tutto ciò che sarebbe stato scoperto a partire dalle Canarie
in giù di fronte alla Guinea, mentre alla Spagna si riconosceva il possesso
delle Canarie scoperte e da scoprire eventualmente, di fronte ad esse.

    In base a tali accordi, Colombo non poteva navigare a Sud del paral-
lelo delle Canarie e, difatti, tenendosi alquanto a Nord dell'estrema isola
di Ferro, presso la quale erano state avvistate di fazione le navi portoghesi,
il Nostro avrebbe mostrato l'intenzione di mantenersi nella zona di giu-
risdizione spagnola.'

    Ma quel benedetto vento era venuto a mancare proprio nel momento
in cui ce ne sarebbe stato più bisogno, per interporre la maggiore distanza
possibile dal paraggio dove incrociavano le navi portoghesi e sottrarsi al
loro controllo, e ciò fino all'alba del giorno 8 settembre, in cui, finalmente,
si stabilì un bel vento teso da Nord-Est. Era quello che ci voleva! Vero è,
che le caravelle venivano alquanto ostacolate dal mare grossò che s'era
levato, ma, ad ogni modo, si navigava, e questo era ciò che più interessava.

    Il 9 settembre ogni vestigio di terra era scomparso dall'orizzonte e più
d'una lacrima era spuntata sul ciglio di molti e più d'un sospiro ne aveva
agitato i petti. Circa 25 leghe, pari ad un centinaio di miglia, erano state
percorse di già ad Occidente delle Canarie e altre 120 miglia venivano per-
corse nella notte, per la qual cosa, ora che le miglia s'aggiungevano alle
miglia, bisognava ricorrere a qualche ripiego per non spaventare e sco-
raggiare la gente di bordo con la cognizione del crescente allontanamento
dalla terra. Pertanto, il Genovese decise di contarne per gli equipaggi
meno di quanto effettivamente ne percorreva e ne computava in secreto,
per suo esclusivo conto.

    Quel giorno, il Grande Marinaio ebbe a formarsi un concetto inferiore
al mediocre della valentia marinaresca dei suoi collaboratori. È il Giornale
di bordo che ne fa fede.

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